Scritto da © Jack Péenses - Mar, 14/02/2012 - 13:48
Cosa dire?
Cosa scrivere?
La corona di spine è sempre posta sul capo del dannato, anche questa notte al centro di un milione d’anime perse.
Il sentimento di paura e disagio si aggiungono alla solitudine di quest’anima chiusa in se stessa.
La figura dell’uomo ha risvegliato in lui lo sdegno, il suo viaggio continua a dare i suoi frutti, acerbi, amari, ma pur sempre anormali.
Chi di voi ha visto dio?
Chi di voi conosce se stesso?
Chi di voi ama l’uomo come se stesso?
Queste sono alcune delle mie domande senza risposta!
Sì lo so!
Ho fallito nel compito del narratore, espositore, donatore delle risposte:questa notte, il mio regno ha ucciso tutti i miei pensieri, i miei sensi.
Lei non c’è, non c’è nessuno, il puro sentimento non esiste: non riesce a colmare il vuoto di quest’anima gentile.
Ho appreso la solitudine in fanciullezza età, sono diventato un uomo e lei sta sempre con me, odia tutti non si fida di nessuno!
In un mare in tempesta si trova un piccolo naviglio:
Abbandonare?
Resistere?
Quante possibilità da esaminare!
Questa mia conversazione in un regno ormai finito, ha il sapore di una vendetta, l’anima inquieta di questo uomo non giudica, non opera, ma osserva e narra le vicissitudini di un piccione viaggiatore che ha esaurito la sua linfa vitale, nel disperato tentativo di arrivare ad una terra sua.
Il suo mondo non esiste, lui non esiste, sole le sue parole, forse resteranno in alcuna mente.
J.P.(2000)
Tutti chiedono a me le risposte
Come se fossi un oracolo rispondo!
Deridono
Mi giudicano un folle
Per le mie risposte:
“hai troppa fiducia nell’essere umano.”
(Dicono)
Tutti così
Ma in fine
Da me a consiglio vengono.
“Non sai quello che cerchi!” Mi è stato detto.
“Un viaggio che non ha nessuno scopo fai
I tuoi versi sono scontati
Le tue domande di tutti sono!”
Proprio questo era lo scopo
Quello che volevo:
Dar vita alle domande
Che di tutti sono
Ma che nessuno si fa più.
Le risposte ho dato
Passando sull’anima mia
Com’esempio ho cercato d’essere
In fine:
Giudicherete voi il mio operato
Giusto o Sbagliato che sia stato.
J.P. (2000)
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