Scritto da © ComPensAzione - Sab, 12/01/2013 - 10:03
La personalità del rifiuto organico.
A meno che uno non abbia una predisposizione alla memoria fotografica é difficile ricordarsi di tutte le persone che si incontrano e che si conoscono soprattutto quando sono prive di qualche attrattiva, sia estetica che culturale . Il nostro archivio celebrale ha necessità di stimoli per attivarsi , pertanto la maggior parte dei nostri incontri vengono perduti .
Poi ci sono le persone che , nonostante siano presenti nella nostra vita , le riteniamo scontate e diventano quasi invisibili perché ci sono sempre e ci accorgiamo della loro assenza solo quando le perdiamo .
I rapporti che intratteniamo , legami di diverso valore ed entità , compongono e dispongono la nostra personalità , definiscono i ruoli in cui via via siamo investiti.
Questo per quanto riguarda le persone ... nel caso delle cose abbiamo altri tipi di rapporti e di relazioni : il 'possesso' e il valore che esprime si valuta a seconda dell'interesse e dell'uso che noi facciamo della 'cosa' in se' .
Per quanto riguarda 'cose' di uso comune c'é chi ha interesse che le stesse dimostrino qualcosa agli altri e che loro tramite identifichino il proprio essere - o alimentino il proprio desiderio di Essere - ed ecco allora che l'auto, o il cellulare , diventano il simbolo dell'appartenenza ad un certo 'gruppo' , si é - o si appare - così , non per quello che si é ma quello che si possiede .
Ci sono invece 'cose' che non hanno mai fatto le parti di specchi ,sono sempre rimaste marginalmente nella nostra esistenza , mai considerate perché rifiuti , e per rifiuti non intendo cose di poco valore ma proprio perché immondizia .
Negli ultimi tempi la necessità - e il dovere civile - ci hanno in qualche modo costretti a rivalutare quello che noi consideravamo il residuo senza valore della nostra esistenza : accanto alla naturale esigenza di cibarsi e di espletare funzioni fisiologiche impossibili da trattenere , così é per noi impossibile non produrre rifiuti .
La raccolta differenziata ha creato la personalità dei rifiuti prodotti dei quali dobbiamo riconoscere la possibile funzione di rigenerazione futura e decidere il posizionamento nel giusto contenitore , in questo modo diventiamo in qualche modo schiavi dei nostri rifiuti : ogni 'cosa' che si allontana dalla nostra quotidianeità per perdersi nel meandro del riciclabile deve prendere la giusta direzione ... e qui nascono i dubbi.
Vetro , lattine di alluminio e contenitori di plastica non creano problemi - a parte il fatto di doverli sciaquare per eliminare residui - la carta invece se oleata, carbografica o plastificata va nell'indifferenziata , come nell'indifferenziata vanno piatti, bicchieri e posate di plastica , e sottovasi di plastica , le lampadine (che pensavo nel vetro) gli specchi e la ceramica .
Nell'elenco di quanto va inserito nel vetro ci sono anche le bombolette (che avrei messo nell'indifferenziata) e le teglie di alluminio ... pulite - io solitamente le uso quando cucino in grandi quantità proprio per evitare di lavare le pentole , poi -.
Nella plastica il contenitore dello shampoo ma non il tubetto di dentifricio , che va nell'indifferenziata assieme a contenitori per cosmetici , agli spazzolini e ai rasoi.
I tovaglioli di carta vanno nell'organico assieme al guscio dell'uovo (e l'interno?) e ai filtri per il the (compresi della cartina?) , tetrapack nella carta con i libri (e se hanno la copertina plastificata? ) ...
Al normale stress quotidiano quindi si è aggiunto quello della destinazione del rifiuto che ha acquisito (finalmente) la sua personalità...ma la cacca del cane dove va ?
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