Scritto da © ComPensAzione - Lun, 27/10/2014 - 21:20
Lo fissava con cipiglio sentendo qualcosa di stonato, dentro di lei, qualcosa che la irritava. Lui aveva turbato l'armonia, sì : prima del suo arrivo tutto procedeva con perfezione, il gruppo era compatto e sereno, le lezioni erano entusiasmanti e gli esercizi sembravano non pesare, provare e riprovare davanti allo specchio le cinque posizioni vedendo riprodotte le immagini uguali di bambine le dava una particolare sicurezza. Cercò di trovare il motivo di quell'insofferenza, forse perchè lui era un maschietto ? Forse era proprio questo, lui era fuori posto, sicuro. Lo capì quando l'insegnante apostrofò la classe con un - Bambini...- Non fu l'unica a girarsi astiosa a fissarlo... la sua presenza aveva trasformato l'intero gruppo in un genere maschile, avevano perduto la loro identità femminile. Non lo trovava giusto, proprio no. Si scoprì a desiderare che lui, piroettando, cascasse rompendosi un osso... no, non un osso solo, magari più ossa. A questo pensiero sorrise: ecco un plurale femminile che le piaceva proprio...
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