Scritto da © mario calzolaro - Dom, 27/05/2012 - 18:54
Ci parve di vederle, come scosse dal vento, le ultime foglie sui rami.
Avevamo raccolto il mais, tutto,
e divorato gli ultimi pani.
Erano i giorni della Siccità e Tu trascorrevi, e come,
in un Cielo livido di presagi e di vuote preghiere.
Avevamo perso l'orientamento, senza bussola e senza stelle
consumavamo piedi di Luce su rocce aguzze e crudi sassi.
Sordi eravamo e ignari, e il Tempo ci offriva
un ingannevole manto, velo pudico, quasi
a coprirci, a nasconderci.
Ma eravamo nudi, e nulla avrebbe potuto offrirci
copertura e riparo.
Poi seguirono, Notti, senza fine,
senza sonno e senza speranza.
Ed arrivammo.
Di Notte.
E ci disponemmo all'Attesa, del nuovo Giorno.
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