Il bambino guardava stupito gli effetti del piccolo delitto che aveva commesso. Rincorrendo una lucertola e prendendola per la coda, era rimasto con un pezzetto della stessa tra le mani.
Sconcertato dal continuo agitarsi del moncherino si chiedeva come potesse muoversi ancora, vivere di vita autonoma, nonostante fosse ormai staccato dal corpo. “Strano, pensò, eppure quando stacco un petalo da un fiore o un’ala ad una farfalla quelli poi mica si muovono”.
Con la certezza di avere fatto una importante scoperta, si infilò il pezzetto di coda nella tasca dei pantaloncini e rivolse la sua attenzione altrove. Gli scatti nervosi del “reperto” ogni tanto gli ricordavano il piccolo misfatto, ma poi fu rapito dal procedere goffo ed impacciato di uno scarabeo verde rimasto incastrato tra le foglie. Così il pezzetto, ormai privo di vita ed inerte, rimase confinato nella tasca per tutto il pomeriggio finché alla sera, rovistando nelle tasche, venne alla luce, testimone ormai inerte dell’ innocente ed inconsapevole misfatto. Erano i giorni in cui i pomeriggi d’estate passati nei campi che circondavano la periferia della città alla caccia di lucertole o rincorrendo farfalle, contribuivano a far crescere la sete di conoscenza e la richiesta di risposte ad una domanda via via più pressante: perche?
“Bella domanda…” pensò l’ormai adulto bambino. Certo, tutte le risposte avute a suo tempo da genitori ed insegnanti erano state esaustive….ma i perché nella vita erano continuati ed ogni volta, come una lucertola, un pezzetto di vita si era staccato e, dopo un breve agitarsi, era definitivamente morto. Si guardò svogliatamente allo specchio e contò una per una le cicatrici che segnavano il suo corpo, ricordi indelebili di tante piccole “code”.
Perché? Si domandò. Fu allora che cominciò ad agitarsi con piccoli scatti convulsi, freneticamente. Come una lucertola.
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