Scritto da © Manuela Verbasi - Sab, 13/11/2010 - 22:55
I muri rossi scrostati e riflessi fra bucce d'aranci e fondi di carciofo, vicino ai barconi bancarella appena prima del ponte. Spalancavo il balcone sul canale nel mio sogno veneziano di una stanza appena restaurata col letto nuovo e il piumone aragosta.
Ammutolito come un pesce tra le maglie delle calze a rete, in un tentativo di sonno subito ripudiato, la mano rilassata sul fianco, l'amore più grande. Nei cappotti i baci a lucidarci gli occhi dopo cena, cunicoli le calli, arterie di taffetas plissé. Sa di sale la nebbia e s'appoggia alla notte, ai portoni prima che sia tardi. Respiro un sospiro, sei qui con me.
La rêverie per Bachelard è funzione della mente femminile, come per Bion, ma anche espressione infantile e poetica, fortemente radicata nella sensorialità.
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