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Chiamata per il morto, poi risorto

Suona il campanello lo sconosciuto e arriva
nel mezzo della comitiva
di parenti in lutto ancora
storditi della disgrazia che ha distrutto
tutto. Li martella col metallo
sulla gomma infrangibile dello spirito
(che è tremendo nella sua incapacità
di stramazzare) il rimpianto
del morto. Addita la scatola dei gatti
e i cartoni dei croccantini, c'è un odore
di sesso tra uomini nella stanza e uno
dei nipoti si è messo un camice bianco,
che sia arrivata la scientifica? non ci manca
nemmeno un bottone eppure qualcosa
non va. Gli porgono i beni, le memorie,
un po' colla sensazione che sia troppo tardi,
ma forse no. Tutti capiscono tutto, al contrario di lui
che sapeva sempre tutto e non capiva niente.
In ogni caso, i gatti dolci e docili come una colazione
tra amanti segreti fanno un'ultima perlustrazione
dell'appartamento, lei pensa alla gattaiola
che non ha mai avuto, lui pensa sì ma era
per il tuo stesso bene scema. Si accodano
senza scodinzolare perché si sa il gatto
non è il cane. Escono in fila indiana,
con lo sconosciuto che sorride tra le lacrime
e riparte come è arrivato, a braccia e mani piene
cioè e curvo di speranze insperate. In quella
suona il telefonino, è l'altro amante uomo
che inconsolabile fa questo ultimo gesto di
disperazione e di teatro, e sa che non è
possibile, però
girandosi il primo poi è l'unico che
risponde, la parola d'ordine la indovina e questo
miracolo riporta tutti in vita. Come spiegarla
un'estasi così, gli unici che sono un po'
sorpresi sono i gatti, che in quanto animali
ai miracoli non credono, lui pensa adesso ci tocca
pure sopportare anche questo cane, lei pensa
due mani in più che mi accarezzano, mi pettinano,
due braccia in più che mi tengano stretta,
ben vengano allora la violazione
dell'ordine naturale delle cose, quella delle parole d'ordine.
 
[30032010]

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