Che s’ha da fa pè campà (alla attenzione della sig.ra Manuela o Manu)

Gentilissima signora Manuela, Manu o come meglio le aggrada, sono qui a significarle tutta la mia comprensione per la sua momentanea, spero, situazione. Vorrei con l’occasione fare alcune precisazioni in merito alla mia presenza e alle mie responsabilità circa lo spiacevole accadimento che ha portato quel buzzicone intemperante di Franco a commettere abusi nei miei confronti. Ora, non nego di attraversare un periodo diciamo così particolare, d’intensa tempesta ormonale e che i pantaloni a “zampa d’elefante” la scatenino al massimo grado, ma da lì, ad arrivare ad uso improprio di banane, ce ne corre…E’ stato giustamente punito, come meritava, quel disgustoso essere! Non riuscendo, per il trasporto amoroso, a staccarmi da quegli adorabili pantaloni, inevitabilmente ho dovuto seguirlo in cella. E’ stato lì che, vedendomi privato ingiustamente delle mie libertà fondamentali e soprattutto di una pianta, un lampione, che so di un qualsiasi sito utile, mi sono lasciato andare a imprecazioni, ululando tutta la notte e attaccandomi ai pantaloni della divisa del secondino, poiché al buzzicone avevano infilato un camicione fucsia, giacché io non mi staccavo dai miei adorati “zampa d’elefante”. Così mi hanno sbattuto fuori, ora bazzico le parti di Piazza Navona, cerco di rifarmi con i turisti cinesi, ma quelli sono di gamba corta e c’è poco gusto…Confido in un suo intervento, anche se Guantanamo o come diavolo si chiama è molto distante. Basterebbe una sua telefonata o che so una lettera al suo avvocato perché intervenga in mio favore, trovandomi una soluzione adeguata, magari con un impiego (anche a progetto, non si butta via niente di questi tempi), presso una ditta di confezioni per uomo o come assistente di qualche abile pantalonaia. Nel frattempo, come vede, mi arrangio come artista da strada.