Scritto da © Franco Pucci - Mar, 22/05/2012 - 11:29
E’ un gioco perverso, questo.
Ci siamo rifugiati come ogni notte, quando la neve tarpa le ali,
sulla gobba del nostro arcobaleno nascosto da nubi dispettose.
Da lassù la nostra valle si rispecchia nel cristallo dei tuoi occhi
e lo sguardo spazia tra asfodeli d’oro e nuvole d’iridee falene.
Come ogni notte giochiamo.
Contiamo laggiù i nevrastenici punti neri che si agitano imbelli,
ma la nostra conta diviene viepiù ardua col passar del tempo,
all’esercito dei piccoli voraci insetti si aggiungono astutamente
pasciuti generali che amministrano il saccheggio programmato.
La nausea spariglia le carte.
L’altezza si sa procura un senso di dolce vertigine, regala alibi.
Mi chiedo quanto durerà questo rifugiarsi nel delirio, nel sogno,
stanotte ti terrò per mano, ancorato al cuscino il nostro respiro
non salirà lassù a cavalcare l’ingannevole arcobaleno colorato.
E sarà nuovo l’antico gioco dell’amore.
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