Scritto da © Bruno Amore - Ven, 07/05/2010 - 08:58
Con borracce d’acqua
di fonte cristallina dolce
m’hanno mandato ieri
pe’l deserto di luce accecante
sassoso e senz’altro riparo
che un cappello pieno di sogni.
Con cento pani fragranti
ho pagato pedaggi qualunque
a chicchessia per traversare
l’arsura di bisogni inappagati
e con cento frutti furati altrui
ho deliziato il palato secco
di voglie aliene tormentose.
In cento giorni ho consumato
l’unghie ricurve arcigne, forse
per cento anni non avrò pace.
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