Scritto da © Carlo Gabbi - Dom, 29/09/2013 - 06:17
Introduzione a
Ricordi di viaggio e storie del Messico
Ho avuto occasione di viaggiare estensivamente e in diverse occasioni nella regione dell’Yucatan, l’estrema stretta e lunga lingua di terra che è la parte settentrione del Messico. Conosciuta con il nome di Yucatan, questa regione è quella in cui migliaia d’anni or sono, si sviluppò la civiltà Maya, lasciando ai posteri un’incredibile e interessante documentazione delle molteplici capacità di quel popolo sia come ingegneri, astrologi, scultori. Furono i creatori di un mondo unico, non perché erano ali antipodi delle civiltà occidentali, ma bensì per il loro acume mitico e religioso.
Quando al finire del secolo XV sbarcarono in questa parte del Nuovo Mondo, i Conquistadores Spagnoli, furono soggiogati dallo splendore e dalle ricchezze trovate nelle città Maya anche se le trovarono inabitate al loro arrivo.
E` rimasto un grande mistero nella storia Maya di come queste città, dopo aver raggiunto l’apice della gloria e dello splendore, fossero alla fine, senza alcuna ragione apparente, abbandonate dal loro popolo divenendo entro breve tempo una massa di ruderi malamente ricoperti dalla crescita frettolosa della vegetazione tropicale.
Anche se morte queste città mantennero in vita il culto religioso che ha continuato a vivere tra il popolo Indios, nei villaggi limitrofi, e che si recavano tra le vecchie mura cittadine per la consacrazione di riti religiosi officiate dai loro sacerdoti, che furono capaci a mantenere ben viva e eradicata le loro tradizioni nel lungo percorso della storia.
L’impero Maya si sviluppò principalmente nella parte meridionale dell’odierno Messico, in quella lunga e stretta striscia di terra che la collega al Centro-America e che attraversa pure le giungle del Guatemala, e che è compresa tra il Golfo del Messico da un lato e l’Oceano Pacifico al lato opposto.
Questo è il luogo che diede vita alla nuova civilizzazione Maya la quale proliferò, iniziando la loro grandezza muovendosi verso la periferia da città a città. Sebbene ognuna di queste citta` fossero indipendenti con un proprio governo autonomo, avevano un comune denominatore nel prestigio di un governo interno e commerciale, sostenuto da una comune cooperazione che diede loro grandezza e importanza logistica e storica e che tutt’oggi viene riconosciuta col nome di civiltà Mesoamericana.
Questa civiltà iniziò circa 2000 anni BC in una fase prettamente agricola che nel tempo si unificò e si stabilì con la convivenza di gruppi diversi e numerosi che beneficò di quell’organizzazione sociale che si manifestò in una forma più completa.
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Devo dire che mi sono sentito da sempre attratto dalle bellezze del passato e che conseguentemente ben presto divenni un appassionato di archeologia. Al giungere in questa regione rimasi profondamente attratto da questa terra piena di meraviglie archeologiche, che si manifestò in me sin dalla mia prima avventura nell’Yucatan, e che poi nel tempo si approfondì inducendomi a ritornarvi con rinnovata passione.
Fu sin dalla mia prima visita che ebbi occasione di divenire amico con una giovane donna locale, la quale dedicava la maggior parte del suo tempo libero alla ricerca e allo studio della civiltà Maya. Fu complice la nostra stessa passione archeologica che ci legò in quei giorni passati in un vincolo di amicizia e rispetto e che ci condusse uniti alla ricerca di nuovi luoghi archeologici Maya famosi, alternandoli pure con altri pressoché sconosciuti e spersi tra le alte valli, nelle quali trovammo null’altro che cumuli di rovine, ancora annerite da fuochi di epoche remote, e che furono causa della completa distruzione e abbandono di diverse città suntuose e potenti.
Per me e Maria, la mia amica Messicana, quei pochi ruderi che spuntavano occasionalmente attraverso la ricrescita vegetale di quei luoghi che nel tempo erano divenuti selvaggi, divennero ben presto più interessanti che le piramidi e i templi che avevamo visitato precedentemente in città rinomate con nomi pomposi come Chichen Itza, l’acropoli del Tical e la non meno celebre città di Yaxchilan che sconfina al di fuori di questa regione al limite delle foreste Guatemalesi e conosciute con il nome di Chiapas.
Nel nostro vagabondare furono quei pochi ruderi disseminati entro una vasta area di circa una decina di kilometri, che a tratti si presentava inospitale e selvaggia, portanti sopra scoscesi pendii, che ci portarono a meditare per approfondire il mistero del perché avvennero tali rovinose peripezie tanto da causare un rovinio entro vicini e profondi canaloni, dove era evidente una gran massa di detriti, massi pietrosi enormi, che erano nullaltro che i resti delle mura periferiche della città e del come si potesse spigare la ragione di come queste potessero trovarsi in quel luogo, pur non facendo parte della città. Sembrava che una forza ciclopica li avesse catapultati dall’alto. Incuriositi e per trovare la vera ragione, Maria ed io, restammo sul luogo per un tempo indeterminato cercando di rintracciare le vere ragioni per cui quella città, che sembrava prospera ai suoi tempi, era stata completamente annullata in un breve giro di tempo e fatta sparire dalla faccia terrestre.
Nel villaggio Indios che ancora si aggrappava sul luogo e che viveva come ai tempi primitivi, quando la Città della Luna era onnipotente, (nome questo riscostruito per il mio racconto), e dove ancora si parlava il dialetto nativo dei tempi passati, venimmo piano piano a conoscenza, tramite il vecchio sacerdote locale, l’unico che tramandava a viva voce la storia della città e tramandata a lui dai padri dei padri. Udimmo così verità strabilianti e di come la vita del luogo fosse piena di splendore e poi completata da una misera fine.
Questo e` quanto raccolsi e raccontai, aggiungendo pure un po` di fantasia, in questa mia prima storia che scrissi sulla civiltà Maya, e che la intitolai “Romancing the Mayas”
a distanza di anni e sempre con la complicità e aiuto di Maria come guida e esperta della sua Civiltà Maya, ebbi modo, dopo aver rasccolto ulteriori esperienze, di cimentarmi di raccontare le nostre nuove avventure, alle quali diedi il nome di “It Happen in the Gulf of Mexico”
Quanto ho scritto, è il preludio d’introduzione per voi, un invito a leggermi entro i mesi a venire. Queste mie storie saranno presentate sia nella versione originale Inglese come pure in una debita traduzione nella lingua Italiana, le quali saranno pubblicate simultaneamente.
NOTA PER IL LETTORE
Lo scorso anno, precisamente il giorno 16/01/12 scrissi e pubblicai qui su Rosso Venexiano un Blog intitolato, “Oggi ci siamo detti addio”
Quello era il mio saluto alla mia cara amica Maria Quiroz, e ugualmente partecipe alle avventure Mexicane che vi andrò a narrare.
Leggendo questo mio blog si ha maggiormente sentore e comprensione dei nostri giorni passati assieme alla scoperta dei segreti storici della civiltà Maya.
Questa è la ragione che vado a ripubblicare nuovamente quel brano come integrazione a quanto detto qui sopra.
Oggi ci siamo detti addio
Oggi parti. Una nuova vita incomincera` per te fra poche ore, quando arriverai in South Carolina per incontrare colui che ti promette amore e forse felicità nel tuo futuro.
Alcune ora fa ci siamo parlati una volta ancora al telefono e ci siamo detti addio, anche se spero che potremo ancora continuare quei vincoli affettivi di amicizia e intimità che ci ha unito per oltre un decennio.
Ci siamo conosciuti e diventammo amici nella tua terra infuocata del Mexico. Tu mi hai insegnato ad amare la tua cultura e assieme abbiamo scorrazzato da città Maya a città Maya, e tu mi hai parlato di tutte le loro divinità. Abbiamo passato assieme giorni indimenticabili e notti memorabili. L’amore e la storia di quei popoli e della loro civiltà ha creato tra noi una amicizia duratura e sincera.
Per te e con te ho imparato molto e molto ho scritto in due lunghe novelle le nostre passioni ed il nostro amore che sempre abbiamo condiviso per quelle citta` sepolte, ruderi ora, ma che sono così piene di misteri che si cercava di svelare, leggendole in quei geroglifici in basso rilievo lasciati ai posteri sui loro monumenti e colonne dei templi.
Fu solamente con il tuo aiuto che le nostre passioni per l’archeologia ci indusse alla ricerca della loro storia e così assieme abbiamo esplorato in diversi luoghi il loro passato pieno di grandezze e leggende che caratterizzarono il popolo Maya.
Non sarebbe mai stato possibile giungere ai nostri risultati finali senza il grande amore che hai saputo inspirare a me per il tuo popolo e alla grande civilizzazione che ha lasciato scritto in geroglifici sui muri dei templi o sulle colonne che si ergevano in Chichen Itza, il più grande monumento lasciatoci da loro.
Senza te, Maria Quiroz, non avrei mai potuto scrivere la storia della vita di Tula, Lord of the five Thunders che fu il fondatore della Città della Luna.
Il tuo aiuto fu ugualmente importante quando scrissi “It Happen in the Gulf of Mexico” ed assieme trovammo i ruderi nascosti tra la giungla del Guatemala della Città del Sole e la tomba di Lord Pacal che ci rivelò, leggendo i geroglifici incisi sulla sua pietra tombale, la leggenda che lo poneva discendente dal regno misterioso, scomparso nelle profondità degli oceani, la città di Atlantis.
Allora, nel nostro girovagare abbiamo sognato assieme tutto questo. A notte ti ho insegnato ad amare. Amore tra uomo e donna. Tu non conoscevi nulla ed eri impaziente di imparare tutto. Ti fui maestro e t’indicai la via e il cammino per te a giungere a quel passo decisivo, ossia di come amare, tu come donna e lui tuo compagno come il tuo uomo. Ora sei finalmente giunta al quel passo da te a lungo agognato e culminante nella tua vita di donna.
Sappi che mi sei sempre stata molto cara. A modo mio ti ho sempre amato molto, come si può amare una sorella, una donna, un’amante. Ciao muchachita. Sento che mi manchi, ma sono felice per te, finalmente il ciclo della tua vita si è completato e ti auguro il meglio che la vita matrimoniale può offrirti.
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