Scritto da © Carlo Gabbi - Sab, 27/02/2016 - 05:39
THE MAYAS
PART TWO
ACCADDE ATTORNO IL GOLFO DEL MESSICO
(IT HAPPEN AROUND THE GULF OF MEXICO)
By Carlo Gabbi
Presentazione del racconto
Dopo le mie prime Esperienze messicane assieme a Maria sopra quell’altipiano e dopo aver scritto il primo racconto “Avventure tra i Maya” (Romancing the Maya) come avrei potuto starmene lontano dalla penisola del Yucatan e quei tesori immensi, che sono vive testimonianze dalle grandi città Maya?
L’attrazione era immensa e inoltre volevo una volta ancora, avere Maria a mio fianco, come ineguagliabile guida, per visitare altri luoghi in un diverso luogo della penisola.
Su consiglio della mia cara amica fu scelta quella punta estrema del Yucatan che si trova alla fine di quella stretta lingua di terra che da una parte vede il Golfo del Messico (e da qui prende il nome il nuovo racconto) e al lato opposto si affaccia sull’immensità dell’Oceano Pacifico.
Questo punto segna il confine naturale tra il Messico che prosegue poi in una più larga fascia di terra, entro il Guatemala.
Nelle nostre peregrinazioni, sconfinammo in questa regione, alquanto isolata dalla civilizzazione moderna, che presenta una vita semplice. Il popolo vive in tipici villaggi, copie sapienti di quelli costruiti al tempo della civilizzazione Maya, dove la gente locale orgogliosamente parla ancora vecchi dialetti Maya.
Alla vista, i villaggi sono costruiti ai confini di una vasta vegetazione. E` qui, dove inizia la giungla che con l’inoltrarsi diventa sempre più selvaggia e preclude la vita all’umanità. Esistono in quella foresta, alberi immensi, alti sino a toccare il cielo, e ricchi di un fogliame talmente denso, tanto di togliere la vista del sole alla base di essi. Inoltre le radici sono veri tentacoli, che scorrono possenti lungo il suolo all’intorno soffocando la vegetazione di altri arbusti.
Questo luogo, centinaia e centinaia di anni orsono, faceva parte della grande civilizzazione Maya. Forse allora la giungla in quel luogo, non aveva ancora preso piede, forse allora esistevano valli ridenti e prosperose che permettevano la coltivazione del Mais, loro cibo base, e inoltre dava modo di comunicare liberamente da città e città, facilitando lo scambio commerciale e così pure le loro grandi conoscenze, matematiche, astrologiche e religiose.
Purtroppo non sappiamo nulla di loro. Quanto sappiamo è che al tempo dell’arrivo dei Conquistadores nel XIV secolo quelle città erano ormai abbandonate da quei popoli, e la foresta si infittiva sempre più.
Fu quella la ragione che quelle città sparirono? Oggi tutto quanto sia detto, sono solamente supposizioni.
Quello che viene a nostra conoscenza, c i arriva da parte di alcuni archeologi di grande coraggio, e che, con l’aiuto di guide locali, oppure sorvolando la zona con elicotteri hanno incontrato lungo il loro cammino, resti di questa civilizzazione scomparsa. Purtroppo ben poco si è fatto e si potrà fare nel futuro, per portare alla luce questi ritrovamenti. Abbisognerebbe un lavoro enorme per creare strade, e poter giungere su quei luoghi troppo remoti. Non solo quello, esiste pure una seconda considerazione, La costante lotta per tenere a bada la rapida crescita della vegetazione, che nel breve giro di tempo, se non tenuta a bada, nasconderebbe nuovamente il tutto.
E` sotto questo concetto che ho stabilito il luogo del mio racconto, un luogo imprecisato a cavallo del Yucatan e della vasta regione tropicale non molto distante dalla civilizzazione.
~*~
In questo racconto romanzato, porterò il lettore in quella grande epoca raggiunta dai Maya.
La nostra città viene scoperta casualmente dalla Texana Oil, che sta facendo ricercamenti geologici in quella regione che si trova nelle vicinanze del Golfo del Messico. Con l’aiuto finanziario da parte di questa società petrolifera viene organizzata una spedizione archeologica che porta Charlie e Maria (che ben conoscete dal racconto precedente, Romancing the Maya) ai lavori di ritrovamento dei resti della città sepolta nell’intensa foresta tropicale.
Charlie e Maria lavorano nel decifrare i messaggi lasciati dai fondatori e giungano alla scoperta che questa è la tomba del primo re, Lord Pascal, che alla scomparsa della città di Atlantide, per volere degli Dei, fondò questa nuova città che rispecchia la grande civilizzazione del luogo da cui proveniva, Atlantide.
(Tutto quanto narro fa veramente parte della piramide nota con il nome del Tempio delle Inscrizioni, che si trova in Chapas ma che io, con licenza letteraria trasporto in un territorio sconosciuto, come molti potrebbero realmente esistere in quelle inesplorate giungle del Guatemala.)
La maggiore rivelazione avviene al ritrovamento della camera funebre di Lord Pascal. La pietra tombale presenta l’effige di un astronauta, cosa alquanto impossibile per essere creduta vera per quel lontano passato. Charlie con l’aiuto del Gran Sacerdote, il quale richiama l’aiuto degli antennati, tn sogni rivelatori e, offerte agli Dei, poco a poco e a lenti passi scoprono verità avvincenti. Quanto è stato creato dall’artista, va studiato, guardando il disegno rappresentato, su i quattro differenti punti cardinali, Così facendo si vedranno i mitici Dei della creazione del mondo Maya, che si lottano l’un l’altro per dare vita all’umanità.
Tutti questi miti sono appartenenti a quanto fu scritto sul libro sacro del “Popol Vul.”
Mi auguro troverete questo mio racconto, affascinante e interessate e, di avere tra voi un gran numero di lettori.
Grazie e a presto, Carlo Gabbi
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