Arrivai a Rio oltre quindici anni orsono come responsabile di lavori d’Ingegneria Civile per una ditta di costruzioni Australiana. Quando dovevo discutere gli affari riguardanti tali lavori con le amministrazioni locali e non conoscendo bene la lingua locale, avevo bisogno di un interprete. Fu in quel modo che venni a conoscere Joaninha Delacruz, un insegnante la lingua Inglese in un istituto privato e che, qualora richiesta nel disbrigo di affari locali, si prestava come interprete. Quando venni a conoscere Joaninha era poco più che trentenne e ben rappresentava la tipica donna Brasiliana con un corpo flessuoso e armonioso che la rendeva particolarmente bella. Vestiva abiti attillati, che ancor più davano risalto alla sinuosità del suo corpo. I suoi capelli, erano di color castano scuro che le scendevano sulle spalle accarezzandole leggermente. Gli occhi emanavano una luce smeraldina, intensa e penetrante, che sapevano sorridere all’interlocutore. Il rossetto, sulle sue labbra carnose, era rosso corallino, che ben armonizzava con il resto del suo maquillage e poneva in risalto la sua carnagione olivastra.
Mi sentii attratto a lei sin dal primo momento che la vidi, non solo per la sensualità che emanava da lei, come pure la piacevole sensazione di essere in sua compagnia. Ben presto fu facile scambiarci pensieri amichevoli che ci aiutarono ad accrescere la nostra confidenzialità. Un giorno, preso dal desiderio di conoscerla più profondamente mi venne spontaneo dirle,
“Penso che tuo marito si senta orgoglioso di avere una moglie bella e intelligente. Molti uomini si sentirebbero lusingati di condividere la vita con una donna magnifica quanto te.”
Vidi spuntare sul suo viso un sorriso malinconico e un singhiozzo soffocato fu percepibile. Sussurrò, “Purtroppo devo dire che il mio matrimonio è crollato due anni fa. Ritornavo da Los Angeles da un convegno del Rotary Club, e rientrando a casa, trovai mio marito intento a amoreggiare con una giovane sgualdrina appena quindicenne. Mai mi sarei aspettato questo da lui, dopo un decennio che si viveva assieme. Come poteva tradirmi con una così poco di buono?”
“Sono spiacente per te, Joaninha.”
“Purtroppo, questo è un fatto comune qui in Brasile. Noi donne, siamo di gran numero superiore al sesso maschile. Perciò i maschi locali, si sentono provocati da donne desiderose dell’amore maschile e sentendosi avvantaggiati, ne approfittano. Sicché noi povere donne sposate, siamo costrette a lottare con tutto quanto è a nostra disposizione per trattenere vicino i nostri mariti e sottrarli dalle fauci delle mille tentatrici desiderose di aver un amante anche se è per una sola notte di amore.”
“Penso che tu avrai cercato di salvare il tuo matrimonio con tutte le forze a tua disposizione.”
“Feci quanto più mi fu possibile. Purtroppo ho sempre dovuto mantenere una sobria apparenza di fronte al mondo esterno, come si addice per il buon decoro famigliare e senza incrinare la professionalità del mio lavoro.”
Feci comprendere a Joaninha come mi sentissi solidale con lei e dal quel giorno, i nostri rapporti divennero più amichevoli e in quel nuovo calore ci scambiavamo notizie personali riguardanti le nostre famiglie. Dopo aver terminato il nostro lavoro, si andava in un caffè locale per sorbire un piccolo rinfresco, e tra il nostro chiacchiericcio, io usavo ascoltarla con piacere, mentre mi illustrava la vita reale Brasiliana, con i mille misteri e fatterelli sulle loro tradizioni, tramandati sin dal giorno che i civilizzatori Portoghesi presero possesso di quel vasto territorio.
Discutemmo su molte facezie sui costumi locali e fui affascinato nel conoscere come fosse interpretato il cattolicesimo dalla comunità creola, particolarmente quella che vive alla periferia dei centri urbani.
Ero avido di apprendere quell’aggrovigliarsi di misteri che iniziarono con i primi negri Africani che arrivarono in catene su brigantini maleodoranti e che, al loro arrivo, venduti all’asta sulle piazze locali ai nuovi coloni portoghesi, che sin dal loro arrivo si erano impossessati d’immense proprietà terriere.
Imposero molte cose ai nuovi arrivati, e tra queste era l’obbligo di adottare il credo religioso dei nuovi padroni. Come schiavi non poterono apertamente ribellarsi a quei voleri, ma con furbizia, per non abbandonare le loro divinità selvagge e piene di divinazioni e sortilegi, simularono di accettare il nuovo credo, ma fecero null’altro che cambiare il nome delle loro divinità Africane con i nomi di santi Cristiani.
Joaninha mi parlò pure di quanto importante fosse, per il popolo locale, i festeggiamenti del Carnevale e di quanto questi fossero ricchi in tradizioni all’interno del paese, rispetto a Rio, poiché questa festività furono mai corrotte e mantenevano in vita gli originali festeggiamenti pagani, importati dall’Africa con gli schiavi giunti al principio della colonizzazione.
Un’altra volta mi parlò di come questi festeggiamenti possano influire sui partecipanti.
“Hai notato di come a Carnevale i festeggiamenti sulle strade possano influire sulle donne che appaiano in preda ai demoni della lussuria? Instancabili ballano per giorni interi i ritmi indiavolati della samba, e in questo modo cadono preda di una frenesia sessuale, che è ancor più accresciuta dai fumi alcolici del rum, che in tali occasioni è bevuto in abbondanza. Poi. in modo sfrenato, si copulano senza ritegno con sconosciuti che danzano assieme sulle strade. Purtroppo tutti chiudono un occhio, poiché durante il carnevale tutto è ammesso e accettato di buon grado. La libidine imperiosa va incolpata al sangue Caliente delle donne Brasiliane che durante il Carnevale danno liberamente sfogo ai loro desideri sessuali.”
“Interessante davvero, quanto mi dici, Joaninha. Penso che la vostra vita sia molto in contrasto con le leggi castigate della vostra dottrina cristiana. Durante gli anni che vivo in Rio, solo ora comprendo i mille contrasti esistenti nella vostra personalità.”
“Per comprendere meglio i nostri problemi devi prima di tutto conoscere di quanto in Brasile il Voduismo sia radicato sin dall’arrivo dei primi schiavi dall’Africa.”
‘Ricordo d’aver letto con interesse un articolo che parlava di come il Voduismo vada a mano a mano con la locale cristianità. Diceva che la chiesa cristiana fu costretta in un compromesso con la popolazione meticcia locale, e alla fine, per il buon vivere, accattare velatamente che quella primitiva religione convivesse con il cristianesimo. Solo in quel modo, il potere temporale della chiesa poté stabilirsi sopra quegli accoliti.”
“Vero quanto dici, Bill. Visitando i villaggi all’interno è possibile notare come questi contrasti esistono e comprendere di come i due culti divennero accettabili sia al popolo primitivo come pure a quello cristiano.”
“Più che mai sono preso dal desiderio di visitare quei villaggi interni del Nord. Penso che quelle celebrazioni diano via libera alla magica credenza dei popoli africani, piena di colore e ancor più intossicante bella.”
“La celebrazione di quelle feste avvengono nottetempo e all’aperto, nei cortili delle chiese locali, dove precedentemente gli accoliti hanno arrangiato fiori, candele e dove si notano innumerevoli offerte di monili e ornamenti che sono stati creati con la loro fervida immaginazione. Cantano e danzano sotto un cielo brillante di stelle, mentre si ode null’altro che il rullio frenetico d’innumerevoli tamburi. Tutto giunge all’apice quando la sacerdotessa celebrante quel rito pagano, cade in trance e, in preda di visioni celestiali predice il futuro a tutta la congregazione.”
‘Deve essere intossicante mescolarsi a loro. Mi è stato detto che il carnevale è l’occasione migliore per partecipare e comprendere l’euforia nel folclore mulatto.’
“Si, Bill. Le celebrazioni al tempo del Carnevale è il migliore. I mulatti impazziscono, presi dai ritmi improvvisati dei musicanti, che propagano la musica come una linfa vitale che scorre nelle vene come fiumi in piena. Quella musica si sperde veloce tra il pubblico come lo è l’impeto di temporali estivi. Non occorrono strumenti musicali poiché è null’altro che il ritmico battere di un bastone trattenuto tra le mani, che batte sopra un vecchio bidone di lamiera stretto tra le ginocchia. Ma quei ritmi dal nulla vanno in un crescendo di suoni, ingigantendo sinché la musica diviene una droga intossicante. Le sambe improvvisate dai primi suonatori sono infuocate, e vengono raccolte in lontananza da altri improvvisati suonatori che con il loro rullo di tamburi, fanno eco, con ancor più assordanti note, che si moltiplicano all’infinito con suoni intossicanti, che scendono entro le vene dei presenti. Tutti sono quindi presi dalla frenesia e la moltitudine si scatena, all’udire la musica, sui cortili di terra battuta delle chiese, dove danno inizio a danze senza fine.”
“Sicché è tutto vero! La musica brucia nelle loro vene. E` droga che scende e brucia nelle loro vene, tramutandosi alla fine in orgiastiche scene sessuali?”
“Si, Bill, quello è il vero Carnevale che è vissuto nei sperduti villaggi del paese. E` parte del colore e folclore locale. Sono coloro che conoscono la magia delle sambe, poiché la musica è innata in loro. Tu hai partecipato alla maestria del glorioso Carnovale in Rio, ma posso dire che quanto viene celebrato in Rio è null’altro che un’attrazione turistica creata per lo svago dei ricchi turisti che provengono da ogni angolo del mondo.
Ma ora devi scusami, Si è fatto tardi e devo andare. Ti prometto che ritorneremo su quest’argomento al più presto.”
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