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Giorni passati (Non sempre i migliori)

Giorni passati e non sempre I migliori
 
Ero giunto all’età di cinquanta-tre anni e fu allora che avevo preso la risoluzione di iniziare una nuova vita, sebbene quella è l’età, che un uomo dovrebbe aver raggiunto una posizione solida, capace di garantire sicurezza per il suo futuro, sia nell’ambito del lavoro come pure su quello famigliare e sentimentale.
Sebbene avessi lavorato duramente negli ultimi ventisette e più anni, sin dal mio primo arrivo in Australia, sebbene avessi pure fatto diversi lavori tra i più disparati, dal contadino, all’imprenditore edile, dal manovale all’importatore di macchinari, raggiungendo quel periodo critico della vita, dovetti constatare che ero completamente insoddisfatto di tutto.
Costatai che il mio era un crollo totale, sia finanziariamente sia sul lato sentimentale.
Il mio matrimonio era crollato. Erano crollati molti sogni, sostenuti a lungo dalla mia caparbietà e desiderio di successo. In molti modi avevo avuto soddisfazioni, forse più che altro finanziarie. Avevo una famiglia, possedevo una grande casa nel migliore quartiere della città. Avevo rischiato e a volte troppo, e poi tutto incominciò a crollarmi all’intorno, prima con una separazione forzata e poi con un divorzio da mia moglie, che mi pesava, sebbene anche quello non era mai stato sostenuto da un profondo amore da parte di entrambi.
Lei forse mi accettò nella speranza di una vita facile e agiata, io la volli perché mi sentivo solo. Lei alla fine prese controllo della vita della nostra unica figlia, inculcando in lei rancori verso la famiglia paterna.
L’unica mia soluzione fu quindi di andarmene il più lontano possibile, rimboccarmi nuovamente le maniche, e sconosciuto tra tutti, dovetti usare ancora una volta la mia intelligenza e la mia capacità di lotta e di adattamento, mentre che, con umiltà, incominciare la mia nuova vita.
~*~
Viaggiai lentamente verso il nord, su quella lunga pista d’asfalto che attraversa immense aree rurali, tra le quali sono disseminati paesotti e proprietà terriere di migliaia di ettari di terra, scarsamente coltivate estensivamente. Forse in tutta l’annata un unico raccolto di grano, seminato durante le piogge invernali, e capaci di vederne la maturazione prima che arrivi l’usuale siccità estiva – autunnale, he rende il suolo pieno di profonde crepature, riseccando i luoghi di raccolta delle acque, tra le campagne, e necessarie a capaci di mantenere in vita le mandrie bovine, di cavalli e di pecore Merinos. Arsure tali da procurare in questi periodi estremi di siccità, la morte di molti di questi animali, e lasciati preda di avvoltoi, che ripuliscono, le viscere prima, e poi delle carni, mentre le ossa biancheggeranno a lungo tra quelle distese brulle.
Quelli che seguirono, furono anni duri, dove molti sarebbero caduti e distrutti da fatiche e privazioni. Io accettai il tutto. Sacrificai e lottai con tutta la caparbietà che sempre è esistita in mee alla fine compresi che il tutto, quelle pianure rossastre, brulle e bruciate da venti arsi e freddi nelle notti invernali, brucianti nell’arsura estiva mi avevano insegnato quale era il valore della vita umana, e mi sentivo compiaciuto poiché il vivere a contatto con la natura selvaggia dell’Outback, erano state pagine di insegnamenti, che io, avevo assimilato e apprezzato.    
           
 

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