Scritto da © Carlo Gabbi - Gio, 01/05/2014 - 06:20
Una favola del passato
NOTA AI LETTORI
Vado a presentarvi questa mia “A tale of the Past” null’altro che una raccolta di ricordi da parte di mia madre e che apre una finestra entro il tempo passato.
Intende rievocare la vita di mia nonna Gigia che la vediamo al principio del XX secolo vivere la vita suntuosa in Budapest e nella vicina Transylsvania, dove suo padre, Francesco Tullio, aveva preso in appalto in quei giorni, una parte dei lavori di costruzione della ferrovia che avrebbe unito la capitale Ungherese Budapest con la regione Transylsvanica.
Mi auguro che questa Fiaba del Passato sia di vostro gradimento. Ugualmente intercalerò questo racconto con altri in modo tale di non annoiarvi con una storia troppo remota.
A TALE OF THE PAST
UNA FAVOLA DEL PASSATO
BY
CARLO GABBI
PROLOGO
Qusanto leggete non e’ una vera favola come il titolo può far supporre. Il racconto riflette la vita reale di gente esistita nel passato, ha amato, e che fanno parte della mia vita passata. Io esisto poiché loro hanno vissuto prima di me. Loro sono parte del mio passato e della storia che andrò narrare. Purtroppo non sempre vi fu una conclusione felice come ci si aspetta dalle fiabe. Essi hanno vissuto in tempi difficili.
I tempi in cui questa storia ebbe iniziò, è conosciuto col nome de “La Belle Époque” e a quei tempi fu capace di generare un progresso mai visto prima.
Purtroppo quel periodo storico cosi importanti finirono in un modo drammatico e l’inizio della Prima Guerra Mondiale distrusse il romanticismo e la vita brillante che si era creato durante quell’era.
Quella guerra distrusse l’élite che faceva parte dell’alta scala sociale e gli eventi politici di quei tempi furano la causa della fine. Coloro invece che appartenevano alla classe lavorativa, furono soggetti a miserie che si aggiunsero alle mille ormai esistenti.
E` risaputo, rovistando attraverso i tempi storici, che le guerre non producono null’altro che dolori, miserie e lutti. Così fu pure la Prima Guerra Mondiale che causò la perdita d’innumerevoli vite umane mentre allo stesso tempo vasti territori che facevano parte dei teatri di guerra furono distrutti, causando miserie e lutti ai popoli locali.
La storia è un aperto documentato che rispecchia come le guerre susseguitesi attraverso i secoli, non hanno mai creato progresso o benessere all’umanità. Alla fine delle ostilità la conclusione fu uguale sia per i vinti come per i vincitori, ed entrambi furono soggetti a inumane sofferenze. E` sbalorditivo costatare come chi fu al potere, non ebbero l’acume di imparare dalle esperienze delle guerre precedenti e installare nei loro Paesi un regime capace di garantire pace e lavoro per i loro popoli.
Dittatori nacquero. Con loro al potere si videro massacri, campi di concentramento, dove un innumerevole numero di persone fu, ingiustamente sterminata. Nacquero nuovi metodi di distruzione e indiscriminatamente crearono periglio alla futura esistenza dell’umanità su questo magnifico pianeta. Con loro proliferarono il Comunismo e il Fascismo, che abolirono i diritti e la dignità del mondo democratico. Sorsero rancori che fecero scaturire scintille di nuove guerre. Si videro nuove distruzioni, con inumane sofferenze, cosi altri innocenti morirono. L’Europa finì dissanguata e abbisognarono decenni per vedere la rinascita della normalità.
Quelli furono i tempi in cui questa storia ebbe luogo e in cui vedrete riflessa la vita di alcuni personaggi della mia famiglia e di quei luoghi che subirono gli orrori di due guerre.
A quanto ho ormai detto devo aggiungere, che questa storia non dovevo essere io a narrarla. Questa era la storia che Sergio voleva raccontare. Sergio ed io siamo cugini e siamo cresciuti assieme e abbiamo vissuto quelle ultime vicende belliche. In quei giorni passati ci spartivamo tempi felici, e altri che lo erano meno, cosi noi spunteremo qua e là durante il racconto.
Sergio con questo racconto voleva immortalare la vita della nostra ava, verso la quale sentiva un amore morboso. Nonna Luigia (Gigia), che negli anni formativi nella sua gioventù fu per lui più che madre.
Un giorno, di diversi anni fa, Sergio mi chiese aiuto nel fare ricerche sulla vita dei nostri avi e specialmente nonna Gigia, poiché voleva scrivere di loro. Fu durante questo periodo di ricerche che fummo capaci di raccogliere fatti straordinari e incredibili della loro vita passata e coraggiosa. Così ebbe inizio questa quasi inverosimile fiaba che ci riporta a vivere in quei giorni lontani al principio del 20simo secolo, in Ungheria, che allora faceva ancor parte dell’Impero Austro-Ungarico. La vita dei nostri eroi si scatena senza tregua attraverso qui luoghi e fatti storici che avvennero attraverso due guerre mondiali.
Sergio non scrisse mai questa storia. Morì prematuramente. Ci volle molto più di un decennio per convincermi che dovevo essere io l’esecutore dei suoi desideri e scrivere in vece sua.
Perciò scriverò con umiltà verso la loro memoria, è la testimonianza della vita di coloro che ci hanno preceduto. Scrivo pure perché desidero questo documento sia sprone, verso la nuova generazione che ci segue, e siano capaci di valutare quegli enormi sacrifici, amori, dolori di coloro che ci hanno preceduto e alla fine possano comprendere il passato. Sebbene nel tempo molti di questi fatti non siano cosi remoti, appartengono ugualmente a un mondo sconosciuto per quei giovani odierni che vive nell’era spaziale.
Spero quanto vado a dirvi possa aiutare la nuova generazione a comprendere meglio il passato che se anche vicino è talmente lontano e vecchio. La tecnologia degli ultimi cinquant’anni ha cambiato il nostro piccolo mondo di allora.
All’inizio della mia storia, cento anni orsono, solo alcuni avevano visto un treno o posseduto nelle loro case l’uso dell’energia elettrica. La radio fu scoperta solo dopo che la prima guerra mondiale era finita.
Questo è il motivo per cui chiamo questo racconto una FAVOLA, poiché agli occhi di molti questa può sembrare null’altro che una favola incredibile del passato.
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