PARTE 2
Joaninha aveva una figlia, Dolores. Fu durante quei giorni che la incontrai per la prima volta. Era una graziosa ragazza di otto anni ed era piacevole sentirla` parlare in quel modo un po troppo maturo per la sua eta`. Mi piacque immediatamente e tra noi naccque immediatamente una simpatia reciproca. Cercai di ingraziarmrela con piccoli regali, i quali erano ben acettati da lei, che graziosamente usava ripagare con uno stretto abbraccio ed un bel bacio sulla guancia.
Dolores era avida di imparare e quando si era assieme mi tempestava con mille domande, cosa non strana alla sua giovane vita, ed io ero ben lieto di aiutarla, divenendo ben presto un maestro paziente.
Fu cosi` che tra noi nacque un nodo indissolubile. Lei desiderava di aver un padre a cui potere chiedere consiglio ai mille piccoli problemi che attraversavano il suo pensiero ed in breve io ne divenni il giusto sostituto poiche` sentivo il bisogno di una famiglia e di un amore figliale.
Fu da quei giorni che Dolores incomincio` a chiamarmi Uncle Bill. Posso dire che dopo quindici anni da allora, quel vincolo affettivo e` rimasto vivo come nel passato.
In quei giorni in Rio la mia vita era completa e felice. La citta mi offriva il meglio che potessi desiderare, ed aprezzavo la vita piena di vividi colori offerta da quel popolo che era felice con quel poco che la vita offriva loro.
Mescolandomi tra loro imparai quanto il nucleo famigliare fosse importante e come questo fosse la base dei loro valori sentimentali. Ho notato quanto l’unione famigliare in Brasile e` piu` sentita che in altre parti del mondo dove avevo vissuto precedentemente.
La domenica e` il giorno eletto per le riunioni famigliari che usualmente avvengono dopo la messa del mezzogiorno. Usano riunirsi in uno dei molteplici ristoranti famigliari che abbondono nella citta`. A quel tempo in Rio ebbi modo di partecipare alle loro funzioni domenicali, che li vedeva riuniti attorno larghe tavole con innumerevoli commensali, che conversavano rumorosamente e gioivano la propia compagnia, brindando con vini e divorando una enorme quantita di cibi succolenti presentati nei loro piatti tradizionali.
Fu cosi che imparai che nella cucina Brasiliana esiste una netta distinzione tra quello che loro chiamano cibo e di quanto e` chiamato pasto. Per loro ogni sostanza mangereccia e` un cibo, ma non necessariamente ogni cibo puo` far parte di un pasto.
Il trasformare un cibo entro un pasto e` di critica importanza. La preparazione e` soggetta ad uno stretta regola, che si e` creata in un lungo periodo di tempo, accoppiando diligentemente quegli ingredienti necessari dalla ricetta prescritta per la preparazione.
Non esiste altra parte nel mondo dove il cibo e` servito sulle tavole domenicali in cosi` abbondante quantita` e variazione di tipici piatti. Sono veramente pasti regali ed ancor piu sono alla portata di tutte le borse.
Quanto piu` stupisce il turista al di la` di ogni possibile immaginazione, e` il fatto dell’enorme quantita` di piatti che vengono serviti, che alla fine della riunione famigliare in quel ristorante, consente di portare a casa quanto e` rimasto, che e` sufficente per il pasto serale dell’intera famiglia.
La cucina Brasiliana offre uno svariato ricettario che si e` creato durante gli ultimi cinque secoli, ossia dal giorno della prima colonizzazione, ed e` dovuta alla mescolanza ed alla integrazione degli usi di razze differenti che furono costrette a coabitare. Vi sono gli Indiani locali, i discendenti degli primi schiavi venuti dall’Africa tropicale, e quell’inumerevole quantita` di gente proveniente da diversi paesi Europei, ed assimilandosi l’un l’altro nella mutuazione dei tempi, formarono alla fine quel ricettario odierno, avente il sapore ed il colore di popoli diversi per credo, tradizione e cultura. Una esotica mescolanza culinaria che tuttoggi soddisfa i palati piu` esigenti.
* * *
‘Ti voglio portare sul Corcovado. Da lassu` abbiamo la vista totale della citta` che si distende all’infinito formando una geometria di colori e sfumature incredibili. E` una cosa unica che son certa rimarra` bene impressa nel tuo animo.’
Joaninha aveva ragione. Lassu` trovai l’immenso monumento del Cristo Redentore che si innalza per oltre trenta metri al di sopra del Pico del Pao de Acucar, con le braccia aperte, ed estese in modo benevolente. E` il redentore dell’umanita`, e` l’incarnazione di Dio divenuto uomo. Lassu` si puo riconoscere l’immagine del Creatore portentoso che sovrasta il mondo, immortalato nella sua grandezza e benevolenza Divina sopra il popolo disseminato al di sotto nell’immensita` di Rio.
Joaninha mi indico` i punti salienti della citta`. Sotto a noi, da quell’alto picco della catena del Coecovado, apparivano una immensa variazione cromatica di colori createsi tra colline e valli riverberanti una ricca palette di blu e verdi nell’abbondante vegetazione, la quale era punteggiata da fiori rossi e gialli che contrastavano al di sopra della vegetazione tropicale. Lontano, verso la valle sottostante, vi era un brulichio di case bianche, macchie evidenti che si distaccavano ancor piu` dalla vegetazione e che divenivano ancor piu brillanti col luccichio delle terracotte dei tetti che riverberavano sotto il sole infuocato. Sulla nostra destra la foresta tropicale era sempre fitta e lussureggiante, ma si rompeva bruscamente in profondi canaloni scavati dalla pazienza dei secoli e dallo scorrere delle acque piovane. Ancor piu al di sotto, nel piano sottostante, si vedeva la citta` divincolarsi entro un complicato zigzagare di strade e viali, soffocate nella visibile congestione del traffico cittadino, che a noi lassu, appariva come una continua linea in movimento, un’ipotetica linea formata da grosse formiche nere in movimento.
Facendo capolino attraverso il blu intenso dell’oceano, spiccavano le torri ed i grattacieli di Capocabana, allineati sopra quella superba spiaggia bianca, e brulicante di bagnanti. Da lassu si notava come queste spiagge si arenavano bruscamente al di sotto di Pao de Acucar, che si innalzava prepotente tra il turchino di quella baia, rotta da l’innumerevole quantita` di scogli ed isolette.
Con l’aiuto di Juaninha riconobbi tutti i punti salienti della citta`. Con l’innato orgoglio dei locali, me li punteggiava, ma sopratutto si soffermo` al di sopra dell’immensita` dello Stadio di Macarana, dove l’allore celebre Pele` regnava sovrano assieme alla sua squadra di footballers.
‘Vedi laggiu` in fronte a noi? Quella e` la Baia di Guanabara, ed ancora piu` in giu` vedi quella montagna appuntita che si innalza a forma di pan di zucchero? Quello e` null’altro che il famoso Sugar Loaf. Certo che lo ricordi, vero? Siamo saliti lassu` la scorsa settimana. Fu lassu`, dove quella piccola simmia ti rubo` il panino che stavi mangiando. Dapprima ti vidi sorpreso, ma poi, rompesti in una sonora risata, vedendo la furbizia di quell’animale che si accaparava la propia colazione.
Ecco... ora la vedi meglio la navicella della funicolare che si trova a mezz’aria, sospesa nel cielo. Vedi come si innalza rapidamente, lasciando indietro la spiaggia sottostante. Vedi, sta` raggiungendo la cima. E presto si fermera` lassu` nel punto piu alto del Sugar Loaf. Forse ti ricorderai di aver visto tutto cio` in film famosi. Alcuni anni orsono ricordo le scene di quel film di James Bond. Mi lascio col fiato mozzo vedere James lottare sul tetto della funicolare con il suo estra-nemico. Era una lotta brutale tra le funi della navicella mentre al di sotto si vedeva un immenso baratro. Al vedere quella scena trattenni il respiro a lungo, sintanto che James getto` nel vuoto il suo avversario, e e fu solamente allora che respirai con sollievo...
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