Si legge tutto il prato davanti casa. Lo scorre a centimetro in ogni direzione. Si ferma, torna sui suoi passi, poi riparte, devìa, s’arresta ancora come a rileggersi una riga. Sempre concentrato e teso, col naso a pelo d’erba. Il mio cane.
Piccole orme, labili tracce e flebili odori scrivono ogni notte sul prato un tema di sopravvivenza fatta di rischi, di fame, di sofferenza, di paura, di violenza. Di vita e di morte.
Temi crudi e intensi nel mondo occulto e assurdo delle piccole creature condannate a vivere la notte perché il giorno è troppo feroce con loro.
Temi che il mio cane si legge ogni mattina con intenta partecipazione.
Non m’è dato di conoscere le sue interpretazioni. Tuttavia, fra quanti mi circondano "me compreso" lui è il solo che si dedica con tanta assiduità alle impegnate letture. Il mio cane.
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