Scritto da © giorgiomedda - Gio, 26/11/2009 - 15:16
Allontanarsi dal pensiero infinito,
scollandosi il muro che graffia le spalle,
scrollandosi la greppia di vuoto che soffoca
come il vino aspro costringendoti all’angolo.
Vario e complesso il cosmo,
maledettamente duro da comprendere,
a chi lo guarda da dietro un velo di lacrime
prodotte ad un ritmo insaziabile
da troppe forme di pensiero senza calcolo.
Irrazionale gelo che scuote l’anima,
e ne distorce il filo del ragionamento,
sfondare il senso di sogno capovolto,
in onirico reale, in orrendo risveglio,
inaspettato, temuto, amato ed ora odiato.
Voltare pagina è meccanico e facile,
se non ti accompagnasse il pensiero,
come mille astri che fuoriescono,
dalla porta troppo angusta,
per accogliere il mio immenso vuoto.
Incommensurabile come il cielo infinito,
di questa notte così uguale a quelle,
ma così crudele oggi
raccolgo le bucce dell’anima inerme,
armato di una solitudine che non amo.
gm
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