Scritto da © Bruno Amore - Dom, 20/09/2015 - 15:12
Qualche pianta scolora
il vento le spettina e fa cadere
in un turbinio di colori, le foglie
quasi fossero inutili orpelli.
L'acero, dalle tinte in progredire
è giallo, con tentativi di rosso
sulle prime nate. Saranno brune
prima di farsi tappeto sulla radura.
E già l'umido residuo
della prima pioggia preautunnale
spinge fuor di terra
chiazze irregolari di ciclamini
a disegnare da poesia il sottobosco.
Su quel foglio bianco
che sempre porto addosso
schizzo un ramo morto contorto
due foglie, un fiore a capo chino
e per l'ingenuità, ne arrosso.
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