Scritto da © Bruno Amore - Mer, 05/08/2015 - 07:27
Se per un attimo, mi ci siedo dentro
e dalla rabbia non mi do il tormento
sento che la vita che tuttavia conduco
è, per lo più, uno strano spaesamento
del quale non vorrei esser membro.
Mi pare guardarla attraverso un buco
piccoli sprazzi veloci, abbagliamento
chiassosi pensieri di moderno astruso
etichette straniere d'istruzione e uso.
Sarà troppo il tempo trascorso dai ricciuti
dai quattro o cinque stipiti chiari condivisi
un garbo, convenuto, largo sui visi
parole e sensi si scolpivano adempiuti
erano vite e non tutti paradisi.
Un mondo semplice, lavorato a mano
con decori e orpelli che sapevano d'antico
noti e arcinoti, com'è il dolce rustico del miele
ch'è ricco di zuccheri, dono per l'amico
e s'adopera, da sempre, per la tosse e il fiele.
Or pare debba essere tutto effimero, fugace
non sono chiuso, ma questo non mi piace.
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