Scritto da © Bruno Amore - Mer, 01/01/2014 - 13:29
Finirà quel “buon qualcosa”sin da mattina
da quando è giorno, anzi anche da prima
da quando s'è aperto proprio un mercato
tempo fa, con tanto di campane a stormo
come fosse ma non era mezzogiorno.
Saranno svestite dalla festa le vetrine
dalle ghirlande e luci a stordir le strade
via gli sguardi sbigottiti da far male
il girovagar a frotte di bulletti e ragazzine
finiranno di pararsi a strilli e gesti le vecchine.
Resterà per un po' il tanfo d'inquinato
quel puzzo di combusto sparso in giro
vapori che salgono dallo scantinato
dopo quell'aria troppo allegra, esagerata
per uno come me ch'è per natura pigro.
M'ero chiuso dentro, acceso il camino
giù nella poltrona dalle braccia grandi
per starci un minuto, oppure un'ora
davanti a quelle fiamme d'oro brillanti
che balzando di continuo a destra e manca
stampano sulle pareti ombre intriganti.
Come in una coperta di calore e luce
covavo il gusto di veder vere persone
riprendere il cammino d'ogni giorno
oltre il “buon qualcosa”che in quei dì si suole
e tornare al solo domestico “buongiorno”.
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