Scritto da © Bruno Amore - Sab, 12/10/2013 - 08:29
Come sempre, così s'erano scritto
si vedevano giù, fuori il portone
presso la vecchia edicola dei giornali.
Lei esile minuta, una figurina svelta
con quella luce azzurra sparata dagli occhiali.
I suoi lunghi capelli furono fatti corti
non era vanità ma il taglio sempre fresco
e teneva il capo basso, guardava di sottecchi
ché quel tiziano lucido dava assai negli occhi
quando incombeva cupo il passo del tedesco.
Andavano a quell'ora al vespro ognun per sé
in due chiese vicine eppur così diverse
una sgargiante di mille candele accese
l'altra liscia pulita seria senza pretese;
seri còmpiti vicini, sol per mano strinti
assolvevamo il dovere, più ligi che convinti.
Un vento infame squassò tutto il quartiere
tra urli e pianti furono presi a schiere
tante volte all'edicola egli l'attese invano
lei non venne più, lui non disse più preghiere.
si vedevano giù, fuori il portone
presso la vecchia edicola dei giornali.
Lei esile minuta, una figurina svelta
con quella luce azzurra sparata dagli occhiali.
I suoi lunghi capelli furono fatti corti
non era vanità ma il taglio sempre fresco
e teneva il capo basso, guardava di sottecchi
ché quel tiziano lucido dava assai negli occhi
quando incombeva cupo il passo del tedesco.
Andavano a quell'ora al vespro ognun per sé
in due chiese vicine eppur così diverse
una sgargiante di mille candele accese
l'altra liscia pulita seria senza pretese;
seri còmpiti vicini, sol per mano strinti
assolvevamo il dovere, più ligi che convinti.
Un vento infame squassò tutto il quartiere
tra urli e pianti furono presi a schiere
tante volte all'edicola egli l'attese invano
lei non venne più, lui non disse più preghiere.
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