Scritto da © Bruno Amore - Sab, 21/02/2015 - 12:16
E ancora s'attorciglia alle caviglie
spinoso rovo calpestato e sciolto
con le sue spine amare acuminate
vuole incidere la carne che l'ignora.
Pianta parassita attorno al tronco
rugoso ferito dell'ulivo solitario
che fa passare nei giorni il sole
le nuvole il gelo i propri sogni.
Aveva bacche nere amare come fiele
imprudente per anni ne mangiai
poi ferito al ventre tutte le sputai
le rigetto come storno o corvo ognora
e quand'anche fossero ora d'oro e miele
la ferita risanguina non ne vorrò giammai.
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