Scritto da © Bruno Amore - Dom, 02/06/2013 - 07:36
Sempre più di rado leggo poesia
solo qualcuna che mi si conficca
né amo, eziandìo, quelle che scrivo
talché non so mai dir perché lo faccia.
Sarà per via che come l'albero vecchio
ancor armato dai tanti torti rami
abbisogna per campare del fogliame
che del bisogno d'ossigeno lo sfami
per me sono i versi per la mente pane
cibano, dissetano, l'anima soddisfano
seppur saran parole scritte al vento
m'alleviano del peso sempre dentro
d'essere qui piuttosto inutilmente.
Un ciclo languido, passano d'anno in anno
assolvendo così la lor funzione
rendere i giorni meno tristi, senza danno.
Le scordo ingiallire, ormai senza emozione
ad altri forse diranno qualche mia canzone.
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