Scritto da © Bruno Amore - Mer, 28/09/2016 - 11:45
Sul far della sera, quando
i suoni del giorno muoiono, resto
e l'orecchio si tende, ignaro cercando
di sentire pur timido bussare
a quella porta chiusa ormai da tanto.
E vado alla finestra, muto
vuoto lo sguardo lungo
che segue il vento raccogliere
nell'angolo remoto del giardino
povere morte striminzite foglie.
E quella rosa spampanata, dondola
nel vaso di coccio sul balcone e
si lascia strappare i petali di ieri
inutili le spine esausta più non s'oppone
come fo io, senza saperne la ragione.
i suoni del giorno muoiono, resto
e l'orecchio si tende, ignaro cercando
di sentire pur timido bussare
a quella porta chiusa ormai da tanto.
E vado alla finestra, muto
vuoto lo sguardo lungo
che segue il vento raccogliere
nell'angolo remoto del giardino
povere morte striminzite foglie.
E quella rosa spampanata, dondola
nel vaso di coccio sul balcone e
si lascia strappare i petali di ieri
inutili le spine esausta più non s'oppone
come fo io, senza saperne la ragione.
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