Scritto da © Bruno Amore - Lun, 02/06/2014 - 06:31
GiorgioAlbertazzi, mi trasse fuori
da insulsi passatempi di ragazzi
quando mi prese il cuore e la mente
mi liberò dai miei molti imbarazzi
e un ramo verde da nulla fece fiori.
M'avviai così col secchio vuoto
nella vita che stava lì davanti
passarla a salti oppure a nuoto
un giorno dopo l'altro anche tanti.
Presi gusto a far sogni di parole
senza curar, ahimè, fossero tonde
sperai la strada facessero da sole
dall'aria o dal mare ad altre sponde.
Così ho vissuto e non mi lamento
il secchio non si riempie mai davvero
la ricerca conta, l'attesa dell'evento
colma il cuore e l'alma per intero.
Lo ritrovo per caso, scelto lo spazio
dove declama, argomenta, illumina
tal quale faceva allora in epitaffio
e ancora il suo prologo m'abbacina.
Non ho ricordo più di quei ragazzi
me li schiodò dal cuor GiorgioAbertazzi.
Nota:
L'inossidabile artista, attore, studioso, l'ho visto ieri su RAI 5, protagonista e autore, credo, di uno spettacolo cultural divulgativo sulla poesia, come teneva in una serie di più di 50 anni fa. Un eloquio affascinante, come allora.
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