Scritto da © Franca Figliolini - Ven, 29/01/2010 - 06:15
Avrei potuto essere un poeta
invece di ritrarmi e aver paura
stillare versi come resina dai pini
invece di persi sguardi e dardeggianti
Ma d'altronde
ci sarebbe voluto coraggio
a guardare ciò che scrivo e dire
- eccomi, questa sono io
nient'altro che questo
qualche segno indecifrabile
che avrete già dimenticato
NOTA
Scrive Nelly Sachs a Paul Celan: "Vi è in me, vi è sempre stato in me con ogni mio respiro, la fede in un'attività cui siamo stati chiamati: impregnare di dolore la polvere, darle un'anima. Io credo in un universo invisibile nel quale inscriviamo ciò che abbiamo inconsapevolmente compiuto. Sento l'energia della luce che fa scaturire la musica delle pietre e soffro per la freccia della nostalgia, la cui punta ci colpisce subito a morte e ci spinge a cercare al di fuori, là dove l'insicurezza comincia a sciacquare via ogni cosa".
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