Scritto da © Manuela Verbasi - Sab, 11/12/2010 - 12:13
Ci sono sassi
e sassi
sassetti e monoliti
cullati dalle fisarmoniche
lucidi di tempo
arrotondati nelle geometrie.
Sei, deciso e fermo
in questo fazzoletto dove il fango sporca le scarpe
io posso stare
all'ombra raccolta
come un feto nei venti di tramontana.
Si secca il tronco e crepa
tra gocce dense di resina trattiene
in sé gemme mai nate scatena
l'inverno.
Ho un sogno che mi dice primavera
ed è lontana.
Una lastra
di ghiaccio opaca e sotto terra
tre fiocchi sulle ciglia.
Un tempo freddo sbianca le mani
sarà che nevica l'orizzonte
si perde l'inverno
spezza le estremità dell'albero.
Aspetto nei tuoi angoli di calma.
Lasciarlo rinverdire i primi di marzo o d'aprile.
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