Scritto da © Franco Pucci - Mer, 13/07/2011 - 17:30
Il cielo rabbuia.
La laguna sembra pasta di pane azzimo lasciata a lievitare
mentre milioni di bollicine scoppiettanti emergono in superficie
e concludono l’apnea intonando un sommesso, musicale crepitio.
Un gabbiano dalle ali affannate interpreta parabole etiliche,
rincorre un grido sgraziato quasi fosse chimera di prossimo amore
perso nella brezza che gonfia il petto mostrando muscoli poderosi.
Pretendono parole e rime le mani sudate che inciampano sui tasti
ma lo sguardo perso nel piombo del cielo che viepiù s’oscura
tradisce gli affanni delle notti insonni aliene del giusto compenso.
…eppure tutto era chiaro, terso nella mente…
Lei era lassù, piccola poesia scolpita nel blu di un cielo volubile,
dalla memoria fallace, che presto disattende i sogni e le illusioni
e invidioso malignamente ne cancella il ricordo e le emozioni.
…ma il gabbiano insegue la sua chimera e piove…
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