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Vita d'attore

Pensoso, ma non solo
Stralcio iniziale del mio testo teatrale  “Vita d’attore”
 
 
 
 
“…Ma ecco che tra gli scenari appoggiati ad un muro si accende tenuamente una luce il cui alone è sempre più vivo. In esso lentamente cresce un’ombra fino a diventare gigantesca. E’ la proiezione di una piccola figura, un vecchio che, con fare stanco ed assonnato, facendosi luce con una candela smozzicata, saldata ben bene con la cera ad un piattino di metallo, viene fuori dal retroscena per deambulare sul palcoscenico.
Quelle tavole sembra conoscerle bene. Avverte, però, nell’aria qualcosa di nuovo, di strano. Allora si guarda intorno smarrito, poi ride fragorosamente. E’ piccolo, esile, canuto di barba e capelli. Ha paura e per questo ride ogni tanto. Indossa un lungo giaccone da camera di un rosso scolorito sopra una camicia dal collo merlettato e largo e dei calzoni stretti anch’essi di colore rosso. Il suo nome è Leonida.
 
LEONIDA     Che schifo! Dio che schifo! Mi sono addormentato nel camerino! Lo spettacolo è finito da un pezzo…Abbiamo festeggiato il mio addio alle scene con fiumi di champagne…Poi sono piombato giù a russare schifosamente…Ah, Leonida! Ho bevuto come di solito. Mi piace bere! Mi piace sconfiggere la realtà: questa infame vecchiaia che mi tormenta! Mi sono tanto cotto bevendo che mi sono addormentato seduto…Bravo! Bene! (Fa una breve pausa, poi guarda in alto come per voler scorgere qualcuno e grida) Si può avere un po’ di luce per favore? (Resta in attesa di una risposta)  C’è nessuno? Corpo di un diavolo! Vi siete addormentati tutti? (Resta di nuovo in attesa) Peggio, sono andati via! Sono andati via tutti! …Non si sente nulla…Macchinista!? Sporco cane rognoso! Oggi ha avuto anche una mancia per accomodarmi al meglio questo schifo di trono…C’è nessuno? Miseria ladra…se ne sono davvero andati via tutti! (Siede sul trono) Il Re è solo! “Appena nati noi piangiamo per esser venuti in questo grande teatro di pazzi…” (Ci pensa su, poi ride) Ah, ah, ah, ah…Il grande attore dimenticato in teatro la sera della sua ultima rappresentazione, dimenticato in un teatro di provincia…un teatro…di…provincia. “Se io avessi le vostre lingue e i vostri occhi vorrei adoperarli in modo che la volta del cielo si dovrebbe squarciare”…Oh, quanto liquido mi sono cacciato in corpo con la scusa della mia serata d’onore! Sono ubriaco… Ho una bocca come se ci avessi dentro dodici lingue! Cristo, che nausea!
 
 
Una bassa nota di pianoforte rompe il silenzio.
 
 
Chi? Chi è che suona? C’è qualcuno? Chi sona perdio! Non crediate di farmi paura con questi stupidi scherzi! E’ lei maestro? Ma non  mi spavento mica, sa? Ci vuol ben altro!
 
 
Il suono riprende. Ora è una musica, dapprima dolce, sommessa come il tono di qualcuno che chiede, poi veloce e decisa come un diniego.
 
 
Ma, sangue di Giuda! Per quanto ancora avete voglia di sentirmi bestemmiare? (Si alza dal trono).
 
 
Magnifica, nello splendore di un faro bianchissimo, gli appare la donna vestita completamente di bianco, splendida, alta, solenne de elegante come un cigno.
 
 
Santi del Paradiso! Cosa sta accadendo? Sto forse sognando? Chi è costei che mi si para davanti materializzandosi dalla sua stessa luce?
 
IL TEATRO Uomo, tu sei vinto! Guarda quali solchi profondi scava il tempo nel tuo viso. Guarda il buio profondo che si apre innanzi a te: esso è il tuo futuro e si spalanca come un’immensa fossa nera verso la quale non puoi fare a meno di scivolare consapevolmente, senza illusioni. Ripensa ai sogni della passata giovinezza, agli ardori, agli slanci dell’età  tua più bella e comparali ora con la tua stanchezza.
 
LEONIDA     Ma tu chi sei? Donna o demone? O che?
 
IL TEATRO Io sono un sogno. Ti sei addormentato ubriaco fradicio mentre tutti facevano frastuono intorno a te: chi brindava, chi cantava, chi cercava di trattenerti sveglio nel mondo delle cose vere. Io, in fondo, sono te stesso, candida e bella ,ma sola.
 
 
La magnifica donna scompare dolcemente così com’era apparsa.
 
 
LEONIDA     Tutti facevano frastuono…Brindavano…Cantavano….Ah, quanto sei ubriaco vecchio cretino! Qui non c’è nessuno…Sono andati via tutti…Bastardi! E si che ho distribuito denari a cani e porci! E ho distribuito tutti i fiori che ho ricevuto! Dove sono i fiori? Non ne sento più neanche il profumo…”.
 
 
 

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