Scritto da © Antonio Cristof... - Mer, 06/04/2016 - 07:32
Arrivai alla fermata dieci minuti prima
che passasse l'autobus delle sette
ed osservai che alla base del palo
erano cresciuti due funghi,
miracolo di natura nella città affollata di gente
che aveva fretta o che bestemmiava nelle
auto ferme nel traffico del mattino.
Quei due erano alti meno di un pollice,
eppure giganteggiavano tra un po' d'erbetta
venuta fuori miracolosamente dall'asfalto.
Si avvicinò un tale, poi un altro
a guardare i miei funghi.
Un signore grasso col cappello di feltro
sorrise, poi faticosamente si inginocchiò
per guardarli più da vicino.
Credo si chiedesse se fossero buoni da mangiare.
Una donna alta con la borsa a tracollo
li guardò come se fossero due cuccioli di cane.
Cominciò a piovere, la donna aprì un ombrellino,
il signore grasso si accostò sotto il muro.
Io rimasi a guardare i due funghi che
sembravano ristorarsi tra quell'acqua fresca mattutina.
Strombazzando arrivò l'autobus delle sette.
La donna ed il signore vi salirono di corsa,
io rimasi a terra a guardare i due funghetti.
Poi l'autobus ripartì e, solo dopo qualche minuto,
tornai verso casa. Non avevo più voglia di andare a lavorare.
U
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- Blog di Antonio Cristoforo Rendola
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