Scritto da © Antonella Iuril... - Mer, 30/10/2013 - 09:24
Lo sapevi, peccare non significa fare il male, non fare il bene , questo significa peccare
Dante nella sua valutazione dei mali e delle relative pene, non si fece ingannare dalla furbizia dell'ignavo, colui che crede di farla franca con il suo braccino corto, che potrebbe persino non mangiare, per non rischiare di rendere alla terra i suoi scarti organici.
I nuovi ignavi sono i; Politically correct, coloro che non stanno nè da una parte, nè dall'altra, che si nascondono dietro il pusillanime "Io non giudico", dunque non c'è nulla da spendere, e se anche ce ne fosse non sarò io quello.
Sanno sottrarsi abilmente, fanno finta di non vedere e non sentire, non dicono mai cosa pensano e sentono veramente, giocano con le parole per non compromettersi. Non si sa mai!
Sono interessati solo al loro tornaconto personale, e a non scalfire la loro avarizia.
Nel canto dantesco gli ignavi sono condannati a rincorrere nudi una insegna, punti da mosconi e vespe che rigano il loro volto di sangue, poichè in vita evitarono la fatica.
Quale potrebbe essere oggi il contrappasso per questi cuori eternamente in letargo?
E se il cuore non ha capito, non arriva ad essere menzogna il detto della bocca, ma piuttosto assenza
Jose Saramago
Lo sapevi, peccare non significa fare il male, non fare il bene , questo significa peccare
Pier Paolo Pasolini
Il sistema giuridico prevede il reato di mancato soccorso, ma come possiamo valutare i danni arrecati da assenza emotiva, dal vuoto di empatia, dalla freddezza del cuore?
Dante nella sua valutazione dei mali e delle relative pene, non si fece ingannare dalla furbizia dell'ignavo, colui che crede di farla franca con il suo braccino corto, che potrebbe persino non mangiare, per non rischiare di rendere alla terra i suoi scarti organici.
I nuovi ignavi sono i; Politically correct, coloro che non stanno nè da una parte, nè dall'altra, che si nascondono dietro il pusillanime "Io non giudico", dunque non c'è nulla da spendere, e se anche ce ne fosse non sarò io quello.
Sanno sottrarsi abilmente, fanno finta di non vedere e non sentire, non dicono mai cosa pensano e sentono veramente, giocano con le parole per non compromettersi. Non si sa mai!
Sono interessati solo al loro tornaconto personale, e a non scalfire la loro avarizia.
Nel canto dantesco gli ignavi sono condannati a rincorrere nudi una insegna, punti da mosconi e vespe che rigano il loro volto di sangue, poichè in vita evitarono la fatica.
Quale potrebbe essere oggi il contrappasso per questi cuori eternamente in letargo?
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- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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