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Diversamente razzisti

Diaframmi di A. Iurilli Duhamel

Cara signora Presidente,

sento   spesso dire che  Lei  oltre a  vergognarsi di essere italiana, ritiene di essere nata nel paese sbagliato. A partire da tali affermazioni,  non mi sento da Lei rappresentata:  Io  orgogliosissima di essere italiana, i miei avi hanno lottato e perso tutto per l'amore e l'Unità di questa  martoriata Italia;  hanno subito   umiliazioni, confini e morte, e  pagato  in prima persona le conseguenze dell'autentica adesione ai loro ideali.

 

La loro sincerità non ha avuto bisogno di   sfruttare le altrui sofferenze e  loro malgrado, le conseguenze delle loro   ferite morali ed economiche  mi sono state lasciate in eredità. Va da se che sono affetta da una grave forma di allergia  nei confronti dei   tatticismi politici degli  eroi dell'ultima ora,   dei loro privilegi,  delle loro rapide e fulgenti carriere costruite sulle  sofferenze dei più disgraziati, mentre vivono ed hanno vissuto  vite al riparo, sicuri della raccomandazione giusta al momento più opportuno.

 

Mi scusi cara Presidente, ma sono disgustata dall'autoreferenzialismo, dal  buonismo, e dalla  immacolatezza verginità che accompagnano, il suo vuoto presenzialismo. Sono indignata dal modo in cui  lei si è servita  della piattaforma della tutela dei Diritti Umani per costruirsi un privilegiato luogo  di potere. Conosco bene il mondo della tutela dei Diritti umani,  anche in questo lei non mi rappresenta: da volontaria sono abituata al silenzio e alla modestia di altri volontari che si rimboccano le maniche senza alcun lauto stipendio, ruoli altisonanti, riconoscimenti,   medaglie o poltrone.

 

Inoltre, non mi sento rappresentata  dalla sua cieca fede nelle parole, e dalla sua incapacità di collegarle alla realtà. Lei ci definisce un paese provinciale e  razzista,  senza rendersi conto che il vero razzismo risiede nella nostra ingiustizia sociale voluta da cacciatori di scranni dorati, proprio come   Lei.

 

Forse le è ignoto che  l’80% degli aventi  diritto alle case popolari  sono immigrati, che onesti lavoratori dopo  40-50 anni di lavoro  percepiscono  una pensione di 300 euro, mentre un immigrato ne percepisce 500 senza aver mai versato una sola ora di contributi. E cosa dire del ricorso al  TAR che obbliga un comune ad occuparsi di una famiglia Rom milionaria? Cosa ne pensa di quanti rivolgendosi ai servizi sociali si sentono dire: prima i clandestini, pardon! Rifugiati, e   poi gli italiani ?

 

Lei è troppo presa a lucidare le sue medaglie per rendersi conto dei problemi di moltissima gente in Italia che vive in  condizioni di estrema povertà;  che il futuro della maggiorparte dei ragazzi laureati e non,   sarà sempre più incerto e se saranno fortunati riusciranno ad avere un umilissimo lavoro, mentre  i soliti figli di papa,  quelli che anche lei ama avere nel suo staff, riusciranno  a farsi strada alla faccia della sua sbandierata meritocrazia.

 

Non mi sento rappresentata dal suo fanatico fondamentalismo che le fa perdere  la visione unitaria della realtà, le sue crociate sono fuori tempo massimo, esiste da almeno un secolo qualcosa che si chiama Psicanalisi che ci consente di potere vedere dietro le apparenze e i luoghi comuni di ogni millantatore di turno. Stacchi la spina per favore, rallenti la sua bulimia verbale ogni qualvolta ci illustra le ragioni per meritoriamente   è seduta su una delle poltrone più importanti del nostro Paese. 

 

Mi spiace cara signora Presidente, ma tutto quello che lei dice è stato detto e per giunta per le stesse identiche provinciali e volgarissime  ragioni,  lei non rappresenta nulla di nuovo, alla luce della  politica corrotta  che trafigge e inchioda il nostro bellissimo Paese.

Faccia  il piacere di non  vomitare così tanta retorica, facciamo in modo di salvarci almeno le orecchie.

 

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