in passato era timore di arrendersi
oggi la stanchezza spadroneggia sul desiderio di provarci ancora.
Non rimane he lo stupore per quanti,
almeno in apparenza,
trovano ragione e conforto nelle loro piccole cose.
La mia vita invece,
è stata un susseguirsi di nascondigli,
di ripari agli occhi e agli intenti del mondo.
Il più delle volte nascosta dalle mie rassicuranti abitudini,
spesso in compagnia di scopi illusori
volti a tacere il dolore e la rabbia di non farcela
a vivere per me stessa.
E' triste quanto avvilente constatare
che la vita è il dolore che porta.
Siamo fragili come piume e le ferite del passato
sono una bocca sempre aperta
pronta a farci scomparire assieme a
quel poco o tanto che rimane
Certo il mondo delude,
in un attimo ti volta le spalle.
Ma cosa comanda la volontà del cuore
quando assieme a quanto riteniamo perduto
ti convinci che anche tutto il resto è andato?
Mai più speranze, nè battiti d'ali,
mai più colori o pensieri sereni
a parte uno stabile grigiore
mentre osservi la tua vita attraverso un vetro
e senti che non è più tua.
Tutti malgrado il dolore vogliono sopravvivere
è la vita stessa che lo vuole.
Come l'acqua non smette mai di inseguire il mare
il dolore non smette mai di cercare la sua ragione d'essere.
Basterebbe svegliarsi una mattina
e trovare il dono di un piccolo bandolo di senso,
sentire che pur piccolo ha la forza di farsi strada
attraverso la soffocante massa di dolore e confusione.
So che potrebbe bastare a ritrovare
la forza di accettare le paure
e guardare a viso aperto il nuovo giorno.
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Scendono lacrime...
Sono finalmente stanche di divorare
quel poco o tanto che rimane.
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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