Aristotele nel suo “De Anima” ci pone di fronte ad un’attuale riflessione circa la concezione dell’anima e della realtà del corpo. Secondo la concezione hilemorfica di Aristotele, l’anima è la forma della materia corporea; il corpo in altri termini, è materia inglobata nell’anima. L’anima dunque, impone alla materia del corpo la sua forma e in questo modo quest’antichissima concezione avvicina alla meccanica quantistica e alla teoria della relatività le quali affermano che materia è lo stato dell’energia. La materia e l'energia sono due volti della stessa realtà. La materia si può trasformare in energia e l'energia in materia.
La visione meccanicistica della realtà invece, ha progressivamente portato l’uomo a identificarsi con la macchina, a pensarsi un insieme di parti sostituibili. Al corpo/anima naturale, si è gradualmente sostituito il corpo/macchina ideale perfettamente ideato per essere all’altezza delle performances desiderate, il più possibile precisamente aderente all’immagine che si vuole trasmettere. Il processo ha ovviamente ingaggiato una guerra senza soluzione di continuità nei confronti della Natura, e le perdite da entrambe le parti sono sotto gli occhi di tutti: Una Natura sull’orlo del collasso e un’Umanità devitalizzata priva di emozioni e costruttività. Un’umanità sempre più inadeguata nella capacità di essere collegata alla sua Natura, di dire ciò che vede, vive, ama e perde. Un’umanità sempre più incapace di riflettere e sentire da dove scaturisce la propria vita e averne di conseguenza rispetto e amore.
A ognuno la propria interpretazione di tali cambiamenti, attenti però... la Natura vince sempre!
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
- 1100 letture