Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 25/12/2010 - 10:18
A Marisa il Natale era sempre piaciuto.
Ma da un po' di anni a questa parte, la gioiosa aspettativa di quelle giornate si era trasformata più che altro in un incubo ricorrente, a cui faceva da controcanto il traffico nervoso che, come una chilometrica onda di piena, mugghiava minaccioso infilandosi ovunque.
Le festività le sembravano rientrare nella catena di obblighi che impaniano l'esistenza, la rendono soffocante ed angusta. E le pareva che anche per tutti gli altri fosse così, non solo per lei, che persino i bambini avessero perso qualsiasi atteggiamento di meraviglia o di gioco nei confronti di questa ricorrenza, che sfruttavano solo per farsi regalare i giocattoli visti in televisione, senza sorpresa alcuna.
Le veniva da pensare a quello che erano diventati i film di Natale. Un tempo si vedevano quelli di Frank Capra, oppure Tutti insieme appassionatamente o i cartoni animati; adesso, delle schifezze piene di parolacce e rutti e scoregge e chi più ne ha più ne metta.
In quell'antivigilia, se ne andava così per le strade della sua città, scegliendo di passare per quelle meno trafficate, il che aumentava la sua malinconia, cercando improbabili regali per gente che ha tutto. Procedeva a capo chino e spalle strette, quando ad un certo punto andò a sbattere contro una persona. Gli chiese scusa e stava per allontanarsi quando questi, un giovane extracomunitario, la prese per un braccio e le disse: «ma e' proprio lei!». «Lei chi, scusi?», rispose Marisa, un po' diffidente e spaventata. Si guardò intorno, ma non c'era nessuno. L'aveva scelta proprio isolata, quella strada, porca miseria.
Lui si spiegò: «signora, scusi, lo so, lei non si ricorda di me, ma io di lei sì, perché mi ha salvato la vita». Marisa, sempre più perplessa, lo guardava ad occhi spalancati. «Ma come, quando?», chiese. «Qualche mese fa, rispose lui, ero disperato, non avevo più un soldo, non sapevo come fare, e lei mi ha comprato un accendino, ma invece di darmi un euro, me ne ha dati dieci, e da lì ho ricominciato a tirarmi su. Adesso ho un lavoro fisso, sa? Da uno bravo, che mi tratta bene. Avevo sempre sperato di rincontrarla per ringraziarla, e succede proprio adesso, a Natale...» E le rivolse un sorriso meraviglioso.
Ed a Marisa, improvvisamente, sembrò di sentire il suono delle ciaramelle...
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