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Anno Domini 1181

Dieci anni che il mio filo si fa seta di lana
al colore del muschio verde
nell’attesa guardo ogni istante che passa
oltre il monte e nel profondo di queste valli.
San Giorgio dal pendio dove il verde è più verde che mai
suona una campana lontano.
Tutto si scalda soltanto a sognare che tu
sia lì dove sei pensando a noi.
 
Dieci anni un ricordo che mai si opaca al tuo sorriso.
Ogni anno rinasce ogni volta
nella speranza estrema d’averti con noi.
Capovolgo e ancora di nuovo capovolgo
le ore di sabbia che lenta scende
tra il vetro stretto del canale.
Lune, pollini, soli e foglie di maestrale
a soffiare sulle ventane sfaldando profumi lontani.
 
Verdi primavere sempre stese ai fiori
soffiano i colori della preziosa pietra d'Assiria e Babilonia.
E dalle mille stelle a infiniti orizzonti
perduti chissà dove
la tua voce da Oriente è un sussurro notturno solo per me.
In mille e mille sere rimaste buie
come perse notti fredde
profondamente vissute le ho accanto a te che mai ci sei.
 
E neve bianca cala
un freddo manto di pensieri infausti
e un altro anno senza te è volato via.
Dieci lunghi eterni inverni
noi qui parliamo di te che non ci sei
sotto i rami di alti sempreverdi.
Il tempo sfiora i nostri cuori così distanti, sempre divisi.
 
Il sole oltre il monte riposa. Per quante? Cento o mille notti ancora?
Dieci estati calde come il sorriso dei nostri ragazzi
e ad ogni tramonto un giorno in più è passato.
Al fiume, coi bambini gioco
e ridendo cala la sera e l’acqua scorre e si fa scura
questa per me è la notte.
Vorticano le foglie tra i rami al vento
sono gli alberi del tempo che lento fugge.
 
Gialli autunni, la sera passo a ballare per l’andar del tempo
la giga che muove al ritmo dei sei ottavi
invita i miei lunghi e lisci capelli che carezzavi
e non fermavi le mani mai
schiariti dagl’anni ma sempre forti li scioglierai solo tu
ed io li pettinerò soltanto per te.
Vorrei vederti arrivare in una sera d’estate
come un punto tra il verde del monte…magari ora … Magari.
 
Vederti laggiù sul sentiero che porta a noi
mentre guardi in alto dentro ai miei occhi
e i miei nei tuoi.
Saresti ancora l’oro e l’argento di quando eri
e che l’impeto di questi tristi anni da qui t’han portato.
Le pietre preziose, le resine d’ambra
a me regalate nel giorno del sì
le piango con me ogni giorno per te.
 
Perle e diamanti di vittoria ai tuoi racconti
e giorni di gloria che il tuo metallo pieghe profonde nasconde con sé.
Signore del cielo. Re delle stelle e del firmamento.
Vorrei che tornasse come io lo ricordo
largo il mantello quel giorno al vento testa alta e viso sorridente
che se invecchiato e dalle sirene degli anni sospinto
io sarei qui.
 
Tra i ragazzi il più grande ha il tuo orgoglio e i tuoi occhi belli
ogni giorno vigila sul mio sorriso e la mia vita
e somiglia a te come l’acqua che bevemmo quel giorno alla fonte dell’addio
sino a questo destino.
Calpesta il cammino è forte il respiro come forte il tuo
torna ogni giorno da noi chiude il cerchio e spinge il cane
corre, non ferma la sua voglia di crescere
ed è già un signore.
 
Ricorda te quando incontrai il tuo viso ai giochi di San Martino.
Veglia sulla casa con coraggio ha la tempra di un re.
Lega il cavallo volto ad Oriente mischia la rabbia all’amore
come sempre fai tu.
Testa alta e viso sorridente per nulla cambiato
così tornerai tra noi…
                                    
                                    Cornovaglia Anno Domini 1181
 
…Una ferita nel cuore “Deus lo Volt”
una croce rossa su fondo di bianco mantello.
Cavaliere di Nostro Signore Gesù Cristo
soldato templare. Dal cielo di Cornovaglia disceso
accoglilo o Signore
perché dal cielo di Gerusalemme oggi torna a te
 
Gerusalemme Anno Domini 1181

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