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"Ancora qui"

Ancora qui,  sempre inchiodato
a questo rostro
ancor da solo, sempre al mio posto
come un punto passeggero, speme al cielo
che mai cada pioggieria.
 E gloria sia, al culmine
che piantino cuori e viti tra noi
e poi… che Dio urli pur quanto vuole
che non senta se a Lui duole.
ma pur sempre sia e resti in noi
almeno l’urlo di chi, a qualcosa aspira.
 Gioco da sempre, ancor pur sempre
al passo dei miei quattro lai.
qui al porto dove sempre più
navi, troppo spesso non salpan mai.
Seguo la notte di luna lunera
falce che spera e fili d’argento.
L’ombra accompagno sera per sera
a lei io sarò sempre accanto.
 
Ancora vestito di questo buio
spaventisse  l’sole se deve
sempre più in alto camminerò se necessario
ancora una volta.
nulla e poi nulla, mai, mi fermerà.
Sotterrino i tanti, riesumano i santi
in questa sudicia città di stupidi
crescan magnolie, scelgano i martiri.
Facciasi pur quel che si vuole,
mai e poi mai mi unirò con questi.
 Quest'ultima decima de “la volontà”
a questo comando con me non passa e mai passerà.
Sia classe di vita a salutar chi arriva
mai sazio e mai sia, oppure che mai
s’abbassi la guardia, a questo scambio
di volontà occulte.
 
Proclamo! Si ribellione. Sì, la proclamo.
Che sia (per dio!) contro ignoranze
dedite e consunte.
Cristo ci resti in croce piuttosto
se questo può salvarci ancora.
Che sissia noi, almeno a sceglier, di urlar qualcosa,
ciò possa aprir valvole a consentir passaggio
tra le nostre dita,
delle parole alle libertà, più semplici di vita
all’obbligo spazio tributo inutilmente, perduto.
Nulla e poi nulla mai sia vietato
in questo mondo di ladri, nichilisti, poveri, ignoranti
questuanti del nulla e benpensanti arricchiti.
E preferisco allor come son io,
di non dover chieder nessuno mai,
perché ricco sono di mio quando scrivo
e mi lascio trasportare come adesso,
onesto nel cuore che si spande
nell’aria straordinaria e intellettuale
di questo eterno, mio e solo mio,
indimenticabile mattino, ch’è così ch’è…
 
la mia vita.

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