Scritto da © amun - Dom, 09/02/2014 - 10:38
Il treno senza freni dell’umanità si è schiantato. Tutto era stato scritto dalla stessa mano dell’uomo, fino all’ultima parola; così come, dati due punti, unica è la retta, non fu difficile leggere,nella direzione dell’umanità, la fine. Siamo al logico epilogo dell’ “homo faber fortunae adversae suae” : ora è il tempo dei topi.
In una strada di periferìa si muove diffidente un tombino. L’aria è fosca; il sole, disarmato, sembra una lampada in una notte di nebbia. Dal tombino si affaccia circospetto un “soldato della rivoluzione”costretto alla rete fognaria. Qualcosa di inspiegabile lo riempie di stupore e, al tempo stesso, gli intima cautela. Così esce dal tombino ed entra in un silenzio riarso. L’odore della fine gli entra nelle narici, non restano che le “lamiere contorte” di quel folle treno.
-Evviva,evviva la fine! La guerra è vinta senza colpo ferire!- la fine lo riempie di gioia, di gioia infinita.
Più in là, in prossimità di una discarica, da un frigorifero adagiato sui rifiuti, esce sbadigliando un barbone. Una vita ai margini come una margherita sul ciglio della strada.
-Ehi,ehi!- il soldato lo avvista e gli va incontro esultando.
-E’finito, è finito!-
-Chè?-
-Compagno,è finito il mondo!-
-Io non ho sentito niente-
-E’ finita l’arroganza!-
-Non ci credo nemmeno se mi porti il necrologio-
-Devi crederci, sono tutti morti con le loro stesse mani; vieni, vieni a vedere!-.
Il barbone lo segue, quando trovano il cadavere di un uomo che stringe al petto una borsa.
-Cosa avrà in quella borsa?-
-Il libretto di risparmio!-
-Bravo stronzo, ‘stavolta non ti è servito a niente!-
Continuano nella loro curiosità, quando il barbone incappa in un filo spinato.
-Maledizione,maledetti loro e la loro manìa di recintare!-
-Consolati,sono tutti morti-
-Recinteranno pure l’inferno, io li conosco-
-Sì,si spartiranno le fiamme!-.
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