Scritto da © Gino Soloperte - Ven, 18/05/2012 - 11:42
Il sole è appena sceso, i suoi raggi sdorano le poche nuvole all’orizzonte, le colline sembrano mammelle ed i pochi alberi in processione, viandanti cupi.
Quei fili, in cima ai pali che mi scorrono sul fianco, sembrano i righi di uno spartito dove gli uccelli, coi loro andare e venire, scrivono quella nenia a cui vorrei dare fiato.
Lei mi aspetta, stasera non arrivero al buio, ma porterò con me queste note.
Sarà sorpresa e non mi bacera.
Scompongo la sua giornata ed ho anche segnato la sua vita. Figli, nipoti e parrocchiani, scandisconoinvece le sue ore ed a me non resta che la notte.
Le ore più belle, quando lei dorme.
Quei fili, in cima ai pali che mi scorrono sul fianco, sembrano i righi di uno spartito dove gli uccelli, coi loro andare e venire, scrivono quella nenia a cui vorrei dare fiato.
Lei mi aspetta, stasera non arrivero al buio, ma porterò con me queste note.
Sarà sorpresa e non mi bacera.
Scompongo la sua giornata ed ho anche segnato la sua vita. Figli, nipoti e parrocchiani, scandisconoinvece le sue ore ed a me non resta che la notte.
Le ore più belle, quando lei dorme.
Mentre le sue melodie, balzanti su sogni o incubi, scandiscono quelle ore di pace.
Coi pugni chiusi si ripara il viso e nei suoi lineamenti si alternano sorrisi a smorfie.
Rivivere quei momenti mi fa sentire un'intruso.
Io lì, in silenzio tra sonno e melanconia, la guardo e cerco di organizzare il prosieguo della notte, senza consuntivi o progetti, ma pura contemplazione che s’interrompe quando spengo la luce.
A domani amore mio.
Io lì, in silenzio tra sonno e melanconia, la guardo e cerco di organizzare il prosieguo della notte, senza consuntivi o progetti, ma pura contemplazione che s’interrompe quando spengo la luce.
A domani amore mio.
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