Scritto da © Amina Narimi - Lun, 16/11/2015 - 19:19
Dove il miracolo dell’albero
sul nostro vicolo cieco,
reciproco e altero ? -
Vale la pena tutto lo spazio
la paura
di quello che può fare la montagna,
l’urlo del torrente
a sommergere le piantagioni
a spostare le strade.
Nel flusso caldo del sangue
c’è un luogo interiore
che annulla ogni esterno
riflettendoci in luce
e indistinguibili volti
generati gli uni dagli altri.
Pensare a noi
è pensare a molto altro
nella pausa del respiro
c’è un lutto necessario;
fuoco e neve
in una stessa fiamma
i tuoi settantadue frantumi,
sino a traboccare
tra la terra e il cielo come vergini
il fiume più grande del mio cuore
nel tempo pieno della carne,
che domanda- hai messo fine
alla catena di pietre gelate
tenute insieme dall’odio
di un amore mancato nel seno
disperato della tua religione ?
in paradiso
Gli uomini che hai appena ammazzato
ti stanno accogliendo, non più sofferenti,
anime, come la tua, perdonata,
nel taglio più grande dell’esplosione
che ha dilaniato il tuo velo, nel Vero
vittima e figlia di sola violenza.
Come un’acqua lustrale
siete uno nel tutto,
tra le vasche saldate di creta
e migliaia di piccole piante
di semi indistinti,
fino a sfiorarvi le bocche
a respirare in un unico gesto,
abbandonati. Con te che sei rimasto
in terra vorrei fare la pace, con l’altro,
con me. Salām
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- Blog di Amina Narimi
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