Scritto da © Amina Narimi - Mar, 08/08/2017 - 23:32
Ti scrivo dalla mia porziuncola di pace,
una pozzanghera di pesci verde mare,
che amo come un ramo carico di neve.
Il mistero della gioia è tutto qui,
dove la terra finisce, come ieri,
quando l’ombra si allungava sulla pietra.
Mi sono seduta accanto. Ho riposato,
sognando di raggiungere il tuo lago,
una barca piena d’acqua, poi l’azzurro.
E’ volata la grandine sul letto
fiori misti a foglie con il vento.
Il sole della sera, il mio risveglio,
la luce bianca sul lenzuolo nuovo-
una mano sulla spalla che ti stringe
in pace. Sono andata verso il fumo,
che sale dalla terra se la pioggia
è penetrata fino in fondo. Sul pianoro
mi sono inginocchiata, per pregare
fra i girasoli, come me, a capo chino-
come fossero figure ad occhi chiusi
mansueti ed obbedienti. Nel silenzio,
protetto il capo sotto i loro volti,
lasciando si bagnasse, con lentezza,
ho pianto-
con lacrime, leggere, nella luce.
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