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bramosia, idee da riordinare

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Mi accingo a tracciare la  storia della mia vita  e dedico  questo quadro a tutte quelle persone che   hanno accompagnato il  mio percorso terreno; molti di loro si sono  spenti,  sotto l’inesorabile pendolo del  tempo; e oggi  mi accompagnano solo nei ricordi, con le loro sventure e con i loro momenti di gloria.
Con l’età,  che inesorabilmente, anno dopo anno,  si stratifica anche sulla  mia rugosa pelle, vivo ormai più nel passato che nel presente;   mi rendo conto che vivo più  nei ricordi che hanno caratterizzato e colorato il proscenio della mia vita, che non nel futuro. E vi posso assicurare che  quando i ricordi sono così intensi, forse, è bello  vivere di questi  ricordi, piuttosto che affrontare il futuro a viso aperto;  piuttosto che continuare  lanciare sfide intrepide agli avvenimenti.
Non dico e non faccio niente di nuovo, da sempre  le persone anziane rivolgono  più volentieri  lo sguardo allo splendore del loro passato, anche quando la mala sorte li ha scagliati contro gli scogli delle tremende disavventure, piuttosto che tornare a splendere su  barlumi di luce  che, ormai, il tempo affievolisce.
E non vi nascondo che nel tracciare la mia sorte,  la memoria prova un sottile piacere a ricordare sia i  momenti lieti, sia i momenti  meno lieti, per non dire difficili. Comunque, quale che sia la causa del sentimento che mi trascina, le  dita fremono sulla tastiera  e soffrono un ingestibile ingorgo di sensazioni; che, tutt’insieme,  intasano le mie sinapsi; è un guazzabuglio pauroso, che devo riordinare ancor prima di iniziare a scrivere.
E non lasciatevi incantare dal tono fiabesco delle mie parole,  perché di fronte al fato non esiste gloria o vanagloria, sventura o malasorte;esiste solo e soltanto una pagina di vita; esiste solo e soltanto una pagina di storia; dove ho la sensazione che sia stato  il   destino,  a scriverla  per me.
Da giovane operavo sulla concretezza, sulla  sostanza delle cose, operavo sulle cose materiali e in quel  materiale trovavo il mio limite: niente di spirituale solo cose materiali, niente domande e quello era il mio limite.
 Oggi, con qualche anno in più sulle spalle, sono portato alla riflessione; e con la riflessione provo gioia o tormento. Così, tesso ricordi  come un ragno nella rete; e  come quei  ragni che  operano sulla loro stessa tela,  ricreo le strutture della mia vita. Mi distacco un attimo da questa struttura, la guardo dall'alto  e vedo un’opera  ammirevole, in tutta la sua maestria scientifica : chissà,  forse è un rigurgito di materialismo? Si! Forse, lo è, ma questa  è la mia vita, qui ho vissuto e di questo ora vivo.
 
Sosto per un  attimo e penso che molte persone, nello scrivere,   hanno percorso la mia stessa strada; forse anche lo stesso  scopo: la ricerca spasmodica di una verità interiore, che ci sfugge dalle mani, una verità che  non ci è dato di conoscere.
 
Desisto, non  voglio percorrere questa strada, so che se percorrerò questo sentiero  rischierei di perdermi  nei meandri più reconditi della mia vita.  Troppe cose soggettive, e quando le cose sono troppo soggettive, si finisce  in un imbuto che termina con  un foro simile alla cruna di un ago; dove le  domande a cui bisogna rispondere, sono già transitate nelle parabole di cristiana memoria.
Ed  è proprio sulla cristiana memoria che inizia il mio percorso a ritroso.
Un dilemma  mi assillava fin dalla più tenera età: " la condanna di Lucifero agli inferi". Quell’angelo portatore di luce e di conoscenza, perché ha subito quell'atroce condanna?.. ancora oggi, non trovo una risposta esaustiva.
Perchè?  Lucifero ha  portato la conoscenza ed il sapere  tra gli uomini; chissà,  ci ha forse distolto dagli insegnamenti divini? Rifletto e oggi come allora, non so dare una risposta. Fu così che, latore di questo  insaziabile dubbio,  nacqui in un piccolissimo paese abruzzese:  correva l’anno 1960 e la scienza si accingeva, da lì a qualche anno, a sbarcare sulla luna.
E con la Luna ricordo il nefasto sentimento, che costrinse al pianto generale mezzo mondo, quando l’Apollo 13, non restituì i suoi Astronauti all’umanità.
 
Non cercate il mio paese d’origine sulle carte geografiche: non c’è!!  è troppo piccolo per essere scritto o  rappresentato. Con la testa vuota dei bambini, pronto ad apprendere tutte le esperienze della vita,  fui Immerso in  una cultura  silvo-pastorale,  dove ben presto scoprii il sacrificio del vivere. Un paese cattolicissimo cullò i miei natali, ed immerso nella cultura cristiana, facevo il chierichetto ad un  Sant’uomo, di cui ricordo solo il nome, Don Carlo; colto e raffinato sacerdote di campagna. Un sacerdote che portava a compimento il suo mandato divino con una umanità degna  del più puro animo biblico.
E chi se lo dimentica  Don Carlo!quando per una caramella rubata mi faceva dire una sfilza di  preghiere, con  pentita autocommiserazione.
 

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