Scritto da © matris - Mer, 04/04/2012 - 00:41
Tieni in serbo le mani giunte a pregare ancora
nel madido letto candido di margherite sfogliate.
La sera, ascoltavi il suono sottile
tra echi di marzoline inflorescenze.
L'odore di legni amati,
come vagito di fiati spezzati
al lume dei tuoi occhi la fiamma.
L'agreste dono d’amore t'avvolgeva
mentre assorta tradivi i gesti d'ansioso respiro.
Vergato tra oliveti contorti, il sole,
scansando nidi di topi accasati regnava.
Fin nel midollo lasciavano intatto il posto a Dulcinea,
ambrata resina ferruginosa, illumina il tenace sguardo
all'alba a cui dedicavi la notte, l'amata.
Ora la rugiada declinava versando su arcuati steli
le roventi tracce delle lacrime infuse nei tuoi occhi.
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