Scritto da © plissè - Gio, 12/01/2012 - 12:35
Dedicato all'Africa, alle nostre origini e a tutti quelli che, come me, sentono il richiamo di un mondo primordiale e dei suoi ritmi.
Ho un piano rischioso per far ritorno
in Africa.
Occhiali scuri per il sole, che brilla anche di notte.
Olio di karitè per le scottature.
Nella valigia metterò anche:
cartigli da offrire agli dei, contro le guerre.
Fotoricordo di nigeriane che ballano sulle autostrade,
perchè l'Africa non è mia, non è tua, ma è di chi la ama.
Acqua per tutti.
Ritornerò in Africa,
come Madre mi ha fatto.
Correrò insieme ai ghepardi, per sfamare la sopravvivenza.
Sarò uomo fra gli uomini.
Cavalcherò il rinoceronte bianco
e non gli ruberò il suo corno magico.
Danzerò il kalabari, insieme ai maestri yoruba,
vestito di argilla rossa nei riti di passaggio.
Vivrò con gli ultimi gorilla di montagna.
Mangerò eish baladi, insaporito con granelli di deserto.
Ascolterò i racconti degli antichi Banama,
che narrano di imperatori e imperi,
di catene,
di quello che un uomo riesce a sopportare,
dopo avere perso tutto.
Mi tufferò nei vortici dello Zambesi,
dissetandomi di una nuova vita.
Camminerò nelle carovane di sale.
Costruirò la mia capanna con il materno Borasso.
L'occidente non è mai stato così lontano da me.
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