Scritto da © Franco Pucci - Sab, 28/05/2011 - 17:22
Quel piccolo alieno che mi segue da quando sono nato
con occhi indagatori che perforano e violentano l’anima
irride ogni sera le mie storie indecenti di stagioni perse
e come poeta che scrive il tempo senza averne misura
scandisce i battiti, comanda il cuore con note straniere.
Ormai aduso alla sua presenza interpreto aliene parole,
indosso nuova pelle e recito una farsa antica sull’assito
e mentre il finto palcoscenico muore al nascere del sole
istrione rubo il proscenio e da vero guitto scrivo il finale.
L’applauso si spegne nel lampo ironico dei suoi occhi.
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