Scritto da © Alexis - Mer, 28/04/2010 - 13:34
Ed è così, guardandomi un po' attorno, che cerco di capire come va esattamente il mondo.
Basta uno sguardo, una parola, un pensiero, uno sfavillare del riflesso di luce sulla pupilla per aprire un mondo che nasconde meraviglie, ma anche terribili verità.
Viviamo tutti in uno stato di fittizia tranquillità, sempre pronti a sfornare un sorriso standard ogni qualvolta incrociamo per strada un amico o un semplice conoscente, sorriso che svanisce un istante dopo il saluto di commiato.
Perché, mi chiedo, perché? Perché nascondere le proprie nevrosi e nutrirle dentro il nostro organismo? Perché sentire sempre la necessità di falsificarsi per compiacere? E, attenzione, non ne faccio mica una colpa a qualcuno. Tutti siamo vittime di questo gioco di società. E non possiamo fare altrimenti.
La nostra vera anima, la nostra vera essenza, è custodita nella roccaforte di muscoli e di ossa e urla di continuo contro le tempie, contro le pareti della scatola cranica, fino a farci impazzire. E allora, io dico, perché siamo condannati a questo? A questo stato di perenne comparsata. Come ci siamo arrivati?
Evidentemente abbiamo sbagliato qualcosa, evidentemente c'è qualcosa che manca. La solitudine dell'animo umano è un dato di fatto, non una teoria pessimista e da depressi. Qualcuno, a volte, ci tende la mano, ci fa compagnia per un po' o per tutta la vita, ma il demone che si agita dentro ognuno di noi rimarrà sempre in parte celato. Abbiamo bisogno di esprimerci. Abbiamo bisogno dell'Arte.
Basta uno sguardo, una parola, un pensiero, uno sfavillare del riflesso di luce sulla pupilla per aprire un mondo che nasconde meraviglie, ma anche terribili verità.
Viviamo tutti in uno stato di fittizia tranquillità, sempre pronti a sfornare un sorriso standard ogni qualvolta incrociamo per strada un amico o un semplice conoscente, sorriso che svanisce un istante dopo il saluto di commiato.
Perché, mi chiedo, perché? Perché nascondere le proprie nevrosi e nutrirle dentro il nostro organismo? Perché sentire sempre la necessità di falsificarsi per compiacere? E, attenzione, non ne faccio mica una colpa a qualcuno. Tutti siamo vittime di questo gioco di società. E non possiamo fare altrimenti.
La nostra vera anima, la nostra vera essenza, è custodita nella roccaforte di muscoli e di ossa e urla di continuo contro le tempie, contro le pareti della scatola cranica, fino a farci impazzire. E allora, io dico, perché siamo condannati a questo? A questo stato di perenne comparsata. Come ci siamo arrivati?
Evidentemente abbiamo sbagliato qualcosa, evidentemente c'è qualcosa che manca. La solitudine dell'animo umano è un dato di fatto, non una teoria pessimista e da depressi. Qualcuno, a volte, ci tende la mano, ci fa compagnia per un po' o per tutta la vita, ma il demone che si agita dentro ognuno di noi rimarrà sempre in parte celato. Abbiamo bisogno di esprimerci. Abbiamo bisogno dell'Arte.
Pablo Picasso, Donna allo specchio, 1932
Alexis
28.04.2010
28.04.2010
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