Scritto da © matris - Mar, 18/10/2011 - 18:34
Lo sapeva il venatorio mattino
nel centro mancato per un soffio
da dove far sorgere il sole
e l'imbrunire di una vita.
Lassù le speranze vane
eclissavano le risa
ferito il corpo innocente
spegnevi l'eco del tuono
raggelante la voce.
Bho, cosa sia quel canto,
il velo di una scorzatura
ora diventa il vanto
di non aver sepolto laggiù
l'ascia di guerra tra le rocce
precise e distratte.
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