Scritto da © matris - Gio, 10/05/2012 - 08:32
Aspettando, amore,
dirompi nel tuono cupo
al trasparire d’un velo
trascinato tra tappeti
ornati di nobile giada.
Il meriggio che fondi
tra i portici disegnati
nella scura ombra dei pozzi
è spuma di cobalto il mare
tra i riflessi occhi di gabbiani
Ferrose carene battute
dai marosi giacciono stanche
e vegliano le catene cromate
il rosso carminio della sera
che sprofonda nei tuoi occhi
Delicati i desideri ora assopiti
la notte del drago ha ali spiegate
dimorate tra argentei bagliori,
infiammano i baci com’esili fili
dei bachi tra i gelsi in fiore.
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