Scritto da © Piero Lo Iacono - Mer, 05/10/2011 - 11:56
“Il verme tagliato perdona l’aratro” [1]
E tra il verme e l’aratro
un lampo scintilla
di mutua indulgenza.
Ma incomprensibile mi resta
la gioia con cui muore.
O peccato originale del perdono!
La rosa
-dalla ragnatela so-
le spine perdona
sulle quali è fiorita.
Ora laggiù langue
dietro l’aratro
e s’attorce il lombrico
serpeggiando.
La coda fa testa
e la testa coda.
E il lubrico corpo
scomposto
ricompone.
Luccicano
nel tratturo
le due metà complete:
la più ghiotta
una rondine accorta
raccoglie
per la rivermina della sua nidiata.
L’altra
ad una presunta risemina
rilascia.
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